Sua maestà Charlize Theron: "Esplorare il male mi ha reso libera"

Arrivata a Milano per presentare Il Cacciatore e La Regina di Ghiaccio, l'attrice ha parlato del fascino della sua Ravenna, ma anche di cosa significhi riproporre oggi le vecchie favole, tra principi azzurri in declino, metafore indelebili e umanità.

Tutto nasce da un'apparente contraddizione. Un dubbio lecito che quattro anni fa avrà colto molti di noi e che ora, con l'imminente uscita de Il cacciatore e la regina di ghiaccio (il prossimo 6 aprile), tornerà a bussare nelle nostre menti. Per quale oscuro motivo una donna come Charlize Theron dovrebbe chiedere ad un grande specchio dorato chi sia "la più bella del reame"? Stando al portamento fiero, all'aspetto etereo da divinità, alla classe con la quale è capace di gesticolare, sorridere e aggiustarsi i capelli, la risposta sarebbe una sola: "nessuno".

E invece basta proprio evitare di fermarsi dove si ferma lo specchio, ovvero all'apparenza, per scoprire una persona dotata di grande sensibilità e, per questo, abituata a non dare nulla per scontato, a vivere la sua carriera da attrice e mai solo da diva, con grande consapevolezza e la naturale necessità di mettendosi sempre in discussione. Nonostante l'aspetto algido della sua malefica Regina Ravenna, schermata dietro una spessa patina dorata, Charlize Theron scopre ancora una volta la composta dolcezza che ne attraversa lo sguardo e ne riempie guance e sorrisi. E lo fa mantenendo sempre la risolutezza di un'interprete intelligente che ci tiene a ribadire il senso di una scelta per lei insolita. È infatti la prima volta che Theron decide di tornare a vestire i panni di un personaggio già affidatole in passato.

Il cacciatore e la regina di ghiaccio: la regina cattiva (ma bellissima) Charlize Theron a Milano
Il cacciatore e la regina di ghiaccio: la regina cattiva (ma bellissima) Charlize Theron a Milano
La minacciosa regina Charlize Theron sul suo trono in Biancaneve e il cacciatore
La minacciosa regina Charlize Theron sul suo trono in Biancaneve e il cacciatore

Se con Biancaneve e il cacciatore aveva dato corpo e anima ad una donna ferita dalla vita, delusa dagli uomini e per questo incattivita con la minaccia incarnata da Biancaneve, questa volta con il prequel-sequel Il cacciatore e la regina di ghiaccio la sua Ravenna ha un nuovo contraltare, ovvero la sorella minore Freya (interpretata da Emily Blunt). Una favola con evidenti contaminazioni dark fantasy che si sofferma su nuove sfumature del Male, inteso come negazione totale di qualsiasi tipo di amore: sia esso tra amanti o tra sorelle. E allora rieccoci costretti a tradire le apparenze, ad andare oltre i colori chiari della divina Charlize e sotto lo strato dorato che ne avvolge il personaggio. Oltre lo specchio, per guardare dentro di sé senza chiedersi cosa sia "bello" ma soltanto cosa sia "giusto".

Leggi anche: Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio: alla scoperta del Trono di Ghiaccio ispirato al film

Immortale come una fiaba

Il cacciatore e la regina di ghiaccio: Charlize Theron a Milano
Il cacciatore e la regina di ghiaccio: Charlize Theron a Milano

Raccontare favole, ancora una volta, come se la "buonanotte" avesse bisogno di aggiornarsi all'infinito. In effetti il nostro folto patrimonio fiabesco ha attraversato il tempo sotto forme di racconto sempre diverse, dall'oralità ai romanzi, dai cartoni animati di ieri sino alla nuova esplosione cinematografica che stiamo vivendo oggi. Charlize Theron ha individuato il peso e il valore di questa esigenza contemporanea: "Le fiabe sono la versione più recente dell'antica mitologia. Si tratta di racconti basilari per l'essere umano e anche se sono passati centinaia di anni da quando sono state raccontate per la prima volta, sono narrazioni che aiutano a definire chi siamo. Attraverso questi film abbiamo l'opportunità di aggiornare questi racconti adattandoli al pubblico di oggi. Sono storie piene di moralità, grazie alle quali capiamo sempre la differenza tra Bene e Male, luce e oscurità, perché sanno essere sempre attuali e attinenti al mondo reale. E in effetti il tema dei bambini-soldato che appare nel film è un esempio chiaro di quanto questi film possano essere attinenti con la realtà". Un punto di vista che non coincide solo con quello di un'attrice ma anche con quello di madre: "Soltanto ora che mi trovo a raccontare fiabe ai miei figli mi accorgo del loro peso politico, della loro capacità di dirci che, in fondo, l'uomo non cambia mai". E a proposito di specchi, per Theron sembra proprio che nulla riesca a riflettere sul quotidiano meglio di una fiaba.

Leggi anche: 10 grandi fiabe live action al cinema

Nessun abbraccio per Ravenna

Il cacciatore e la regina di ghiaccio: un primo piano di Charlize Theron
Il cacciatore e la regina di ghiaccio: un primo piano di Charlize Theron

Essere soltanto cattivi non basta più. C'è bisogno di capire il perché e di carpire le motivazioni che spingono un personaggio ad essere detestabile. Un'opportunità che Charlize Theron ha avuto il piacere di cogliere per la seconda volta attraverso il fascino letale della regina Ravenna: "Tornare ad essere lei è stato eccitante perché mi ha dato la possibilità di allargare lo sguardo su un personaggio molto complesso. Tra l'altro esplorare tutto il male presente dentro questa donna mi ha fatto sentire libera. Quello di Ravenna è un personaggio ormai entrato nell'immaginario grazie al cartone Disney: le labbra rosse, le lunghe ciglia affilate, i corvi tenebrosi. Noi ci siamo discostati da quel riferimento estetico, ma il lavoro più difficile per me è stato quello fornire alla regina qualcosa di nuovo che risultasse anche credibile e realistico". E il più grande spauracchio verso questo obiettivo pare sia stata proprio la celeberrima frase "specchio, specchio delle mie brame chi è la più bella del reame", pronunciata nel primo film del 2012. "Riuscire a rendere verosimile quella frase talmente famosa è stata davvero la cosa più difficile da fare, perché per Ravenna lo specchio è come l'Uomo Nero, è l'incarnazione delle sue insicurezze.

Il cacciatore e la regina di ghiaccio: una perfida Charlize Theron in una scena del film
Il cacciatore e la regina di ghiaccio: una perfida Charlize Theron in una scena del film

Ecco, per ottenere la credibilità necessaria ho dovuto scavare molto dentro di me; non sono elementi che possono arrivare dall'esterno. È forse per questo che amo recitare, perché mi permette di esplorare la complessità di noi esseri umani e della vita". E per rendere la perfida regina ancora più realisticamente vincolata alla sua cattiveria, anche i fastosi costumi hanno contribuito alla causa: "Gli abiti erano bellissimi, eleganti, in grado di esprimere la personalità di ognuno di noi e capaci di trasformarsi in racconto. Erano talmente pesanti che a fine giornata non riuscivo a respirare, ma sono stati necessari per farci trasformare. Il mio costume influiva sulla mia postura e mi rendeva quasi impossibile abbracciare qualcuno".

C'era una volta il principe azzurro

Il cacciatore e la regina di ghiaccio: la statuaria Charlize Theron al photocall meneghino
Il cacciatore e la regina di ghiaccio: la statuaria Charlize Theron al photocall meneghino

Ambientazione medievale, un rapporto tra sorelle al centro della scena e un regno di ghiaccio a fare da sfondo. È molto facile pensare subito a Frozen - Il regno di ghiaccio e anche Theron non ne fa mistero ("i miei figli sono quasi ossessionati da quel cartone"), soprattutto se pensiamo a quanto il film Disney abbia confermato la crisi della figura del principe azzurro: "Il più grande merito di quel film è quello di mostrarci un tipo di amore differente rispetto a quello classico. Non più un amore prettamente romantico, ma un amore fraterno, puro, incondizionato, tutti messaggi importanti per i nostri bambini. È vero che la figura del principe-salvatore sta cambiando, ma devo dire che non mi piace parlare di femminismo in termini di odio per gli uomini - sono la prima ad amarli - perché il suo obiettivo è soltanto l'uguaglianza. Ecco, spesso quando parliamo di diritti femminili mi chiedono soltanto di mia figlia, ma preferirei focalizzarmi su mio figlio. Dobbiamo ripartire dal modo in cui gli uomini percepiscono la figura della donna". Sempre a proposito di donne, Theron ci tiene a puntualizzare: "Sono sempre perplessa quando mi chiedono se io preferisca rappresentare donne forti o donne fragili, se io sia un persona debole o dura. Beh, io sono tutto questo. Al cinema sono stata prostituta e sono stata mamma, perché per me un film è sempre l'occasione per mettere in scena persone interessanti. Non mi importa molto dei generi, ma solo dei conflitti e delle motivazioni dei personaggi che mi vengono proposti".

Leggi anche: Charlize Theron: I 40 anni di una diva affascinante e furiosa

Se Ravenna fosse Furiosa

Mad Max: Fury Road - Un primo piano di Charlize Theron
Mad Max: Fury Road - Un primo piano di Charlize Theron

Anche tra immense distese di ghiaccio appare qualche granello di sabbia. Nonostante il gelido silenzio del regno di Freya, echeggia ancora il rombo di motori ruggenti e arrugginiti. Questo perché lo sguardo fulgido dell'Imperatrice Furiosa, più forte di tutto quel nero attorno agli occhi, è ancora troppo vicino per essere dimenticato. Il merito è di un personaggio subito iconico, dalla personalità spiccata e dalla dignità più forte di qualsiasi mostruoso carceriere. In Mad Max: Fury Road Charlize Theron è stata un'eroina silente, monca nel corpo, ma granitica nello spirito, e il confronto con l'altrettanto pre-potente Ravenna diventa inevitabile: "Si tratta di due personaggi per certi versi molto distanti, che abitano mondi opposti, ma entrambe hanno una grande portata drammatica. Se vogliamo sono due sopravvissute mosse dalla paura che reagiscono al dolore indossando una corazza. Ma se Ravenna reagisce al suo trauma con un atteggiamento brutale, Furiosa conserve dentro di sé una grandissima umanità difficile da estirpare". Difficile come immaginare una Charlize Theron davvero dipendente da uno specchio. Perché ci è parsa una donna che accetta il passare del tempo e fa della sua immagine un corpo sempre pronto a trasformarsi per il bene del cinema.