Castle: commento alla premiere della serie

Il network di Lost e Desperate Housewives si getta nel genere polizisco con una serie creata da Andrew W. Marlowe ed interpretata da Nathan Fillion.

Negli ultimi anni non si può dire che il genere poliziesco sia stato il punto di forza della ABC, che ha visto in serie di tutt'altra natura i suoi successi maggiori, da Lost a Desperate Housewives e Grey's Anatomy, e dobbiamo andare indietro nel tempo fino a NYPD Blue per trovare un degno rappresentante delle serie investigative.
Dal 9 Marzo, però, il network sembra aver trovato una produzione di genere in cui credere e da promuovere con forza e questa serie è Castle. Che la ABC creda nello show creato da Andrew W. Marlowe lo dimostra la serata scelta per ospitarlo, il lunedì, la stessa che ha come protagonista lo spettacolo di maggior successo del network: Dancing with the Stars. Una fiducia che sfida anche la scarsa fortuna che contraddistingue il protagonista della serie, Nathan Fillion, che negli ultimi anni ha sì dato prove convincenti, a tratti anche entusiasmanti come in Firefly, ma non ha certo brillato dal punto di vista del successo ottenuto dagli show di cui era l'anima, dalla stessa già citata serie di Joss Whedon, alla successiva Drive.
Che sia giunto il momento della sua consacrazione in una produzione di successo?

Presto per dirlo, ma se c'è un aspetto che sembra riuscito sin da subito in Castle è proprio nei suoi personaggi principali e nell'alchimia tra loro: è il protagonista Richard "Rick" Castle a dare il titolo alla serie, scrittore di storie poliziesche di successo vittima di quello che apparentemente è un assassino seriale che scimmiotta la messa in scena degli omicidi dei suoi romanzi. Inevitabile la sua convocazione nella sede della polizia di New York dove incontra la co-protagonista della serie, l'agente Kate Beckett interpretata da Stana Katic.
Tra i due sono subito scintille, con l'agente divisa tra la fascinazione per lo scrittore popolare, tra l'altro uno dei suoi preferiti, e l'odio per l'atteggiamento supponente e sicuro di sè dell'autore, che la stessa Becket finirà per definire "un ragazzino fuori controllo". Un rapporto intorno al quale si costruisce l'intero show e che viene confermato anche a caso risolto: la collaborazione con la Beckett e la sua partecipazione alle indagini colpisce Castle al punto di spingerlo ad usare una delle sue conoscenze influenti, quella con il sindaco, per farsi autorizzare ad accompagnare l'agente durante il suo lavoro per poterla studiare ed usare come modello per la protagonista del suo romanzo successivo, quello che così tanto stava faticando ad affrontare dopo aver ucciso il popolare personaggio dei suoi successi precedenti, Storm.
Solo abbozzati per ora i personaggi di contorno, dalla madre di lui (Susan Sullivan), che troppo ricorda un'altra madre della stagione in corso, quella dei Wilson interpretata con brillantezza da Jessica Walter in 90210, alla figlia sfrontata (Molly C. Quinn), fino alle altre figure del dipartimento di polizia, fin qui viste solo in modo fugace e che saranno sicuramente sviluppate in futuro. La stessa New York che fa da sfondo alle indagini è fotografata con un look più colorato di quello a cui siamo abituati, dando la sensazione di un ambiente più mondano che forse serve a richiamare il mondo in cui Castle vive grazie al suo successo, ma che fa tornare alla memoria l'immagine cinematografica/televisiva che abitualmente associamo a Los Angeles.
Non mancano però scene ben riuscite, su tutte le conversazione del protagonista con i colleghi scrittori, in cui illustra la catena di delitti e le indagini in corso come se fosse uno dei suoi romanzi, dando il via ad una divertente ed intelligente serie di commenti e considerazioni da parte loro.
Flowers for Your Grave, il pilot della serie scritto dallo stesso creator Marlowe e diretto da un veterano della TV americana come Rob Bowman, getta quindi le basi della serie suggerendone le potenzialità, ma non approfondendole a sufficienza. L'impressione, però, è di un prodotto, e di un personaggio, che, aggiustando il tiro su alcuni elementi non ancora a fuoco o non del tutto riusciti, può ritagliarsi un suo spazio nel cuore degli spettatori americani e non, augurandoci che questa volta Fillion possa ottenere maggior fortuna.