Casa e bottega: Pozzetto e Frassica, una coppia inedita

La miniserie Casa e bottega mette in scena la crisi con un sorriso e gioca sulla sintonia di Renato Pozzetto, imprenditore fallito, e Nino Frassica, cognato bizzarro/autista senza patente. E il cast lo racconta con altrettanto brio.

La fiction ai tempi della crisi economica ha il volto rassicurante di Renato Pozzetto, protagonista di Casa e bottega, la miniserie di Luca Ribuoli in onda su Rai Uno in prime time martedì 17 e mercoledì 18 dicembre, che ha anche scritto oltre che interpretato. I figli Francesca e Giacomo l'hanno prodotta con Alto Verbano assieme a Rai Fiction, come ha raccontato il vicedirettore Francesco Nardella.
Pozzetto è Mario Trezzi, imprenditore di un'industria sulle rive del Lago maggiore, e la sua famiglia comprende: Anna Galiena (la moglie Teresa) e Nino Frassica (il fratello Erminio), Stella Egitto e Cristina Marino (le figlie Susanna ed Emma). La prima è fidanzata con Fabrizio (Massimo Poggio), la seconda si è invaghita del sindacalista operaio Ahmed (David Sef).

Come s'inserisce questa fiction nella serialità italiana? Francesco Nardella: Casa e bottega è una commedia all'italiana, come si faceva negli Anni Sessanta, con temi forti raccontati non in maniera ansiogena, ma con il sorriso. È un modo divertente di lavorare di contropelo sulla realtà.

Di cosa parla la storia? Francesco Nardella: Raccontiamo la storia di una crisi, su un'idea che tre anni fa mi ha proposto Renato Pozzetto, ai tempi in cui non era ancora così dura come ora. Non parliamo solo di una crisi economica in una piccola fabbrica del nord, ma portiamo avanti una modalità per uscirne, non legata alla politica ma alle persone che reinventano le proprie radici. È come se la crisi rimettesse a posto legami e conflitti per diventare quasi positiva.

Sempre con i toni della commedia? Francesco Nardella: Mettere in scena la commedia è difficile e Renato Pozzetto ha un umorismo dolce e raffinato, una purezza interiore incredibile e qui interpreta un padre che pur di proteggere troppo le figlie alla fine rischia di far loro del male. Si parla quindi non solo di disoccupazione e di finanziare, ma di quegli avvoltoi che approfittano della crisi.

Che clima si è creato sul set? Luca Ribuoli: Ho lavorato con Nino Frassica in Don Matteo e lì ero io a tenere le sue redini, qui invece era lui a tenere quelle di Renato Pozzetto. Sono due professionisti da cui ho imparato tanto nelle riprese tra Roma e il Lago Maggiore. Anna Galiena è stata il lato sentimentale della vicenda, in questa coppia che davvero scalda le due puntate. Marco Poggio, invece, se l'è cavata benissimo nel ruolo del cattivone.

Quale sfida ti attende con questo lavoro? Renato Pozzetto: La scommessa era proprio raccontare una storia attuale partendo dal tema forte degli imprenditori disperati. Quando ci abbiamo pensato i politici dicevano che la situazione non era grave, noi invece l'abbiamo messa in scena in maniera reale, anche se con i toni della commedia, e sono fiducioso di aver fatto un'operazione onesta.

Il tema forte ha avuto il contraltare del sorriso... Renato Pozzetto: Io e Nino Frassica prima di girare davamo privatamente una versione diverse delle riprese e ridevamo come matti...

Cosa vi è piaciuto dei rispettivi ruoli? Anna Galiena: Questi personaggi non si arrendono mai, vogliono reagire e da subito mi hanno conquistato e commosso. Il loro amore è una forza incredibile, anche quando passano dalla villa di lusso alle brandine nel capannino non perdono mai il buonumore. Questa donna usa fermezza e comprensione verso tutta la famiglia, dal marito, al fratello, alle figlie.
Nino Frassica: Ho accettato la parte prima ancora di leggere il copione, perchè ci tenevo a recitare con Renato Pozzetto e lo avrei fatto anche se mi fossi ritrovato davanti una sceneggiatura orribile o mi avessero offerto 18 mila lire al giorno, sì, se mi avessero rifilato le lire sarebbe stato uguale.

Perchè? Nino Frassica: Cochi e Renato all'epoca hanno rivoluzionato l'umorismo italiano, quindi la felicità di lavorare con Pozzetto è stata davvero grande. Ad Anna Galiena mi lega invece un aneddoto teatrale di molti anni fa, quando lei è dovuta partire per l'America e io, il suo assistente, l'ho sostituita in scena. Va detto comunque che il personaggio era maschile.

Cosa ti ha colpito in seguito della storia? Nino Frassica: Sono sicuro che piacerà molto al pubblico perchè raccontiamo un'Italia in cui ci sono ancora persone perbene. Il personaggio di Pozzetto non vuole portare l'industria all'estero e si rifiuta di licenziare gli operai.

Questa collaborazione continuerà? Renato Pozzetto: Sullo slancio di questa esperienza tra noi è nata un'amicizia. Nino, che considero davvero una persona speciale, mi ha suggerito l'idea di un nuovo progetto e speriamo vada bene e renda la RAI entusiasta. Siamo pronti a ripartire anche adesso.
Francesco Nardella. Il progetto è carino, vedremo di affrontarlo l'anno prossimo.

Hai attinto dalla cronaca per mettere insieme la storia? Renato Pozzetto: Ho molti amici imprenditori che hanno pagato cara la crisi: i loro racconti mi hanno influenzato, alcuni hanno venduto le case per risollevarsi e rimanere fedeli alle promesse fatte agli operai e alle loro famiglie. Spero che queste emozioni autentiche arrivino anche al pubblico.