Cary Grant: i 10 migliori film di un talento immortale

Ripercorriamo la carriera di Cary Grant riscoprendo la sua filmografia: da Il sospetto a Intrigo internazionale ecco i suoi 10 migliori film.

Cary Grant
Cary Grant

"Tutti vogliono essere come Cary Grant. Anche io vorrei essere Cary Grant". Dietro a questa celebre citazione, testimonianza di un'(auto)ironia trascinante che alimenta tutt'oggi la stella di Cary Grant - di cui vi proponiamo i 10 migliori film - non solo si nasconde il segreto di un successo imperituro, quanto il riflesso del più grande personaggio interpretato dall'attore stesso. Nato a Bristol il 13 gennaio 1904, l'uomo elegante, divertente, affascinante che tutti volevano e vogliono essere, è in realtà una semplice invenzione nata dalla fantasia di Archibald Alexander Leach.
Il giovane inglese, formatosi sul palcoscenico di un circo itinerante, non avrà avuto un'idea chiara di chi egli fosse, ma sapeva benissimo chi sarebbe voluto essere. Da questo desiderio di rivalsa da un'infanzia vissuta all'ombra dei sobborghi portuali, prende vita a Hollywood Cary Grant. L'attore passò il resto della sua vita a rifinire tale immagine in ogni minimo dettaglio, curandone assiduamente la sua evoluzione. L'uomo si mescola così alla propria creatura; le due essenze si uniscono, i confini finzionali si assottigliano, e ben presto Archibald Leach viene soffocato, nascosto, sotterrato dall'aura divistica di Cary Grant.

North By Northwest 7
Intrigo internazionale: Cary Grant in una scena del film

Da Frank Capra a Leo McCarey, passando per George Cukor e Howard Hawks, sono a decine i registi che non solo hanno consegnato alla storia alcune tra le più esilaranti (ma anche malinconiche) commedie hollywoodiane, ma hanno definito involontariamente, tassello dopo tassello, il personaggio mediatico di Cary Grant.
Ci vorrà però un regista come Alfred Hitchcock a riuscire là dove molti uscirono sconfitti. Sfruttando al meglio la spontaneità attoriale di Grant, Hitchcock ne sovvertì l'immagine divistica per riportare alla luce l'uomo nascosto da strati di fama e accecanti luci della ribalta: Archibald Leach. Cary Grant poteva essere chiunque perché lui stesso era il risultato di una fantasia. Ma quali sono state le sue migliori interpretazioni? Noi ne abbiamo selezionato ben dieci.

1. Il magnifico scherzo (1952)

Il Magnifico Scherzo
Il magnifico scherzo

Era il 1952. A tre anni di distanza da Ero uno sposo di guerra, Howard Hawks sceglie nuovamente Cary Grant come attore protagonista del suo nuovo film: Il magnifico Scherzo. Qui Grant, forte anche di un'esperienza quasi quindicennale, torna alla commedia brillante, recuperando quello stile recitativo tipico dei primi film fatto di esilarante (ma non per questo caricaturale) mimica facciale e un ginnico atletismo. In quella che Robin Wood indicò come la "più perfetta e organica commedia hawksiana", grazie anche alla presenza di Ginger Rogers e a una ricca galleria meta-cinematografica e autocitazionistica richiamante pellicole precedenti della coppia Grant-Hwaks, Il magnifico scherzo si annovera tra le più riuscite ed esilaranti commedie interpretate dall'attore di Bristol.

2. Il sospetto (1941)

Cary Grant in una celebre scena del film Il sospetto ( 1941 )
Cary Grant in una celebre scena del film Il sospetto ( 1941 )

Nel 1941 Cary Grant era considerato il re della commedia. I suoi personaggi così solari, ottimisti, dalla forte carica attrattiva, se da una parte avevano conquistato il cuore del pubblico, dall'altra consolidarono la tipologia di personaggio connesso dal pubblico a questo attore. Poi arriva Alfred Hitchcock e tutto cambia. Con Il Sospetto, film tratto dal romanzo Before the Fact, scritto e pubblicato nel 1932 da Anthony Berkeley Cox sotto lo pseudonimo di Francis Iles, il regista ribalta l'immagine divistica di Cary Grant per trasformare l'affabile attore in un presunto assassino. Pervaso da un senso di disagio e insicurezza, il pubblico si ritrova adesso a gestire una nuova natura del personaggio interpretato da Grant, perché più sinistra e inquietante. Si insinua tanto nella protagonista (Joan Fontaine) quanto nello spettatore un terribile sospetto che troverà la sua massima espressione nella scena del bicchiere di latte. Sarà solo la produzione a frenare un epilogo pronto a sfociare nella furia omicida, lasciando intatta e inalterata l'aura di uomo perfetto associata a Cary Grant.

3. Susanna (1938)

Susanna, con Katharine Hepburn e Cary Grant
Susanna, con Katharine Hepburn e Cary Grant

Caposaldo delle screwball comedies (sebbene alla sua uscita fu un gigantesco flop) Susanna di Howard Hawks fa degli imprevisti e degli equivoci il motore trainante di un intreccio sorretto dalla straordinaria alchimia tra Cary Grant e Katharine Hepburn (già ampiamente dimostrata in Il diavolo è femmina e Incantesimo). Guerra tra i sessi, equivoci e situazioni esilaranti portate a livelli estremi: tutto in questo film si incastra alla perfezione concorrendo alla formazione di un'opera senza tempo capace di strappare ancora, a 82 anni di distanza, fragorose risate.

4. Sciarada (1963)

Cary Gran e Audrey Hepburn in una scena di Sciarada
Cary Gran e Audrey Hepburn in una scena di Sciarada

In Sciarada di Stanley Donen c'è un po' di Hitchcock, ma senza quel lascito surrealista e metafisico capace di nascondere dietro ogni minimo dettaglio un significato altro non sempre facile da individuare. Quello con protagonisti Cary Grant e Audrey Hepburn è un thriller sentimentale perfettamente in equilibrio tra pathos, black-humor e battute al vetriolo. Il Lungosenna diventa così un palcoscenico teatrale su cui inscenare la leggerezza e lo spirito del tempo, in un film che rende la caccia a un assassino un'opera piacevole e sarcasticamente divertente.

5. Arsenico e vecchi merletti (1944)

Una scena di Arsenico e vecchi merletti
Una scena di Arsenico e vecchi merletti

Nel 1944, con Arsenico e vecchi merletti, Frank Capra, il regista dell'ottimismo al cinema per antonomasia, riuscì a tradurre una serie di omicidi commessi da due insospettabili zitelle in una commedia noir ricca di gag. Una sfida vinta, la sua, grazie anche alla presenza di un interprete come Cary Grant. L'attore era l'unico che, con il suo sapiente uso della mimica facciale e controllo del corpo, avrebbe reso credibili situazioni altrimenti improbabili, senza per questo cadere nel ridicolo o nel grottesco. Scevro di quell'acuta e sensibile riflessione intimista sull'essere umano, Arsenico e vecchi merletti è un'opera cinematografica di puro intrattenimento, essenziale toccasana per rischiarare i cieli di un paese rabbuiato dal secondo conflitto mondiale.

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6. Notorious (1941)

Cary Grant in una scena del film Notorious - L'amante perduta del '46
Cary Grant in una scena del film Notorious - L'amante perduta del '46

È straordinario riscontrare come uno dei film narrativamente più semplici mai realizzati da Alfred Hitchcock, si sia poi imposto come uno dei suoi massimi capolavori. Prendendo in prestito le parole di François Truffaut, la magia che si cela dietro Notorious deriva interamente dalla maestria del regista di "ottenere il massimo degli effetti col minimo degli elementi". In un universo in cui tutto ciò che compare sullo schermo nasconde in sé un'altra verità, bisogna andare al di là di ciò che vediamo per poterci confrontare con la complessità dei nostri sentimenti. Il personaggio di Devlin, dopotutto, non è altro che la proiezione finzionale dei desideri più oscuri e soffocanti di Hitchcock. In lotta con i propri sentimenti, diviso dal proprio senso del dovere e dall'amore per Alicia (una strabiliante Ingrid Bergman) in Devlin non c'è più spazio per la fanciullesca spensieratezza, o dolce rassicurazione. E così, per la seconda volta, l'ottimista Cary Grant viene nascosto in un antro buio, per far trasparire frammenti del suo triste passato; al suo posto ecco comparire Archibald Leach.

7. L'orribile verità (1937)

Orribile Verita
Una scena de L'orribile verità

Pietra miliare delle screwball comedies e del loro filone della comedy of remarriage, L'orribile verità gioca un ruolo fondamentale nella carriera di Grant. Oltre a rivelarsi un grandissimo successo, la particolarità di questo film sta nell'aver offerto a Grant il calco su cui impostare il prototipo dei suoi ruoli successivi. Alla ricerca di un'identità consona all'immagine che di se stesso voleva dare, grazie a Jerry Warriner, Archibald Leach poté disporre di un modello con cui completare la propria trasformazione in Cary Grant: ironico, ottimista, spensierato, affascinante e terribilmente astuto, il protagonista del film diretto da Leo McCarey è un universo da indagare e far proprio, sfruttandone ogni potenzialità e dar così vita (complice anche la presenza di una controparte femminile come Irene Dunne) a una delle migliori commedie americane mai realizzate.

8. Scandalo a Filadelfia (1940)

Scandalo a Fladelphia, in scena Cary Grant e Katharine Hepburn
Scandalo a Fladelphia, in scena Cary Grant e Katharine Hepburn

Al centro dell'inquadratura ecco comparire James Stewart, Cary Grant e Katharine Hepburn. Dietro la macchina da presa, George Cukor. Bastano pochi, ma essenziali ingredienti, ed ecco che il capolavoro è servito. Al centro del triangolo esilarante di Scandalo a Filadelfia troviamo proprio lei, la Tracy Samantha Lord di Katharine Hepburn. L'attrice si prende la scena senza screditare i suoi comprimari, ma anzi, valorizza con un sorriso, o una semplice smorfia, ogni loro singolo gesto o espressione. Tutt'attorno, ecco tracciarsi un'orbita lungo la quale si sfidano due dei divi più amati del periodo. Da una parte Cary Grant, l'uomo del desiderio, astuto, affascinante, quintessenza dell'eleganza e della spensieratezza. Dall'altra James Stewart, l'orgoglio della federazione a stelle e strisce, l'uomo patriottico e "per bene" intriso di virtù, che sotto una corazza fatta di sarcasmo e circospezione, nasconde le mille sfumature dell'essere romantico. Cukor riesce a cogliere ogni piccola sfaccettatura dell'animo dei propri protagonisti e delle loro immagini divistiche per costruire una delle commedie migliori del cinema mondiale. Un saggio di scrittura e interpretazione attoriale da vedere (e rivedere) almeno una volta nella vita.

9. Indiscreto (1958)

Indiscreto
Una scena di Indiscreto

Lui (Cary Grant) è un asso della finanza; lei (Ingrid Bergman) è un'attrice famosa. I due s'incontrano a Londra e si amano. Tutto fila liscio fino a quando la donna esprime il desiderio di sposarsi. Ma lui non può, è già sposato. Eppure qualcosa non torna. L'uomo mente e non passerà molto tempo prima che lei lo scopra. L'epilogo, però, profumerà di fiori di arancio. Scritto da Norman Krasna, che adatta la sua stessa commedia "Kind Sir" (fiasco a Broadway nel 1953) e diretto da Stanley Donen, Indiscreto è un'attardata commedia sofisticata, spregiudicata solo nei dialoghi che fa rincontrare la coppia di Notorious, Cary Grant e Ingrid Bergman. Lasciandosi alle spalle il thriller hitchcockiano, tutto nel mondo di Indiscreto colora e illumina l'idillio amoroso, contornato da performance attoriali di altissimo livello.

10. Intrigo internazionale (1959)

North By Northwest
Intrigo internazionale: una celebre scena con Cary Grant

È il 17 luglio 1959: nelle sale esce uno dei massimi capolavori usciti dalla fucina di Alfred Hitchcock. Tra scambi di persone, intrighi e romance, Intrigo Internazionale è una girandola caleidoscopica di generi, sostenuta da un impianto narrativo complesso, ma mai parossistico. Pamphlet visivo su come si costruisce il senso di suspense e tensione, ogni scena è una summa perfetta di tutto ciò che rende grande Hitchcock: la tecnica compositiva, il montaggio, gli sguardi di Grant, il senso di pericolo che nasce in posti più disparati e inattesi; tutto è sinonimo di perfezione. Ma a rendere grande il film è anche la performance del suo protagonista. La trasformazione di Roger Thornhill in George Kaplan è la stessa di Archibald Leach in Cary Grant. Perfino nel rapporto con la madre, e dietro le complicate relazioni sentimentali del suo protagonista, Hitchcock semina tracce di Cary Grant come uomo, e non più come divo. Un ribaltamento della star-image che porta l'attore a togliersi la maschera dorata di uomo perfetto, per chiamare a sé il fantasma dell'uomo da cui è rifuggito per tutta la vita. Ne consegue una mescolanza di zone di luci (l'istrionico e ironico Roger Thornhill/Cary Grant) e di ombre (il sospettoso, timoroso George Kaplan/Archibald Leach). Il resto è storia del cinema.

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