Cannes, quinta giornata con Johnnie To, Brillante Mendoza e Amenabar

Tra i film presentati durante la quinta giornata della kermesse, Vengeance, Kinatay, Agora e Le père des mes enfants, con Chiara Caselli.

Con il Festival prossimo al giro di boa, il concorso riprende dopo aver vissuto ieri uno dei suoi momenti più convincenti con l'applauditissimo Un prophète di Jacques Audiard, e lo fa con due film di provenienza orientale. Vengeance di Johnnie To, per la verità, è una co-produzione francese che vede protagonista il divo Johnny Halliday nel ruolo di un ristoratore/ ex killer che arriva a Hong Kong dopo che la famiglia della figlia è stata spazzata via da un gruppo di sicari, e presto risolve di vendicarla con l'aiuto di un simpatico trio di assassini, con cui nasce un intesa che perdura anche dopo che Costello - questo il nome del personaggio di Halliday - perde la memoria a causa di una pallottola conficcata nel cervello, ricordo della sua antica professione. Il film di To ha divertito la platea in occasione della proiezione riservata alla stampa, ma è senz'altro un "peso mosca" rispetto ai precedenti del maestro di Hong Kong.
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Non ha goduto nemmeno di un'accoglienza cortesemente fredda Kinatay, sanguinoso e oscuro dramma firmato dal filippino Brillante Mendoza, alla sua seconda partecipazione consecutiva in gara a Cannes. Kinatay è la storia di un giovane aspirante poliziotto che si trova coinvolto in un brutale omicidio durante un'allucinante nottata; purtroppo il film patisce una realizzazione dozzinale e si risolve per lo più in sequenze interminabili punteggiate da momenti risibilmente gore e accompagnate da un tedioso commento sonoro monotonale.

Ma oggi è anche il giorno di una delle opere più attese della sezione fuori concorso, Agora di Alejandro Amenabar, il quale, dopo le apprezzabili prove in ambito thriller e horror, si cimenta con un period movie. Agora narra la vicenda di Ipazia di Alessandria, filosofa e astronoma che ebbe un ruolo importante nelle vicende politiche e religiose della città imperiale nel quarto secolo dopo Cristo. Rachel Weisz, nel ruolo di questa donna ammirevole, consacrata alla scienza, è assolutamente luminosa; il film ha qualche semplicizzazione di troppo e ed è a tratti poco fluido nella messa in scena e nello script, ma nel complesso è interessante concettualmente e registicamente oltre che sontuoso nella realizzazione.
L'altro lungometraggio passato fuori concorso è L'armée du crime di Robert Guédiguian, dedicato alle vicende della resistenza francese ai nazisti.

Infine, sono stati presentati i nuovi due titoli della rassegna Un certain régard; si tratta di Tzar di Pavel Lounguine, un dramma storico incentrato sulla figura di Ivan il Terribile - il primo sovrano, appunto, ad assumere il titolo di zar, e Le père de mes enfants di Mia Hansen-Løve, una produzione franco-tedesca che vede tra i suoi interpreti la nostra Chiara Caselli e che narra la storia di un padre di famiglia che decide di togliersi la vita - non prima di avere affrontato alcune questioni importanti.