Berlino: Anne Hathaway e Hugh Jackman ci raccontano Les Miserables

La grazia e la bellezza di Anne Hathaway e il fascino di Hugh Jackman ci rapiscono alla Berlinale. Con le due star, il regista Tom Hooper e l'emergente Eddie Redmayne ci raccontano la loro esperienza su un set pieno di musica e passione.

In attesa della notte degli Oscar Anne Hathaway e Hugh Jackman cominciano con l'incantare Berlino. I due attori, accompagnati dal collega Eddie Redmayne e dal regista Tom Hooper, sono ospiti della 63esima Berlinale per presentare la proiezione speciale de Les Miserables, acclamata versione cinematografica del celebre musical ispirato al capolavoro di Victor Hugo. La Hathaway, che nel film fornisce una struggente interpretazione della povera Fantine, con la sua vibrante esecuzione di I Dreamed a Dream ha già ipotecato la statuetta come miglior attrice non protagonista, ma non le è da meno l'incredibile Hugh Jackman nei panni del protagonista Jean Valjean. All'emergente Eddie Redmayne è stato affidato il ruolo di Marius, giovane rivoluzionario francese che viene rapito dalla bellezza di Cosette, l'angelica figlia di Fantine. Materia scottante per Tom Hooper, che ha affrontato con rigore la sfida di misurarsi con uno dei musical di maggior successo sia a Broadway che nel West End e che, qui a Berlino, ci illustra le sue coraggiose scelte registiche.

Tom, come sei approdato alla regia di Les Miserables?
Tom Hooper: Nel 2010 Eric Fellner ha avuto l'idea di trasformare uno dei più celebri musical di tutti i tempi in un film. In seguito mi ha proposto di dirigerlo ed eccomi qua.

Per i membri del cast che hanno già avuto esperienze teatrali in passato: quanto è stato difficile misurarsi con questo esperimento? Come vi siete preparati?
Eddie Redmayne: L'intero progetto è stata una sfida. Tutto ciò che sapevamo prima di iniziare le riprese era che stavamo facendo qualcosa che non era mai stato fatto prima perciò eravamo consapevoli dei rischi.

Hugh Jackman: Eric Fellner e Tom Hooper hanno messo tutti gli attori in condizione di fare quello che avete visto. Ci sono volute settimane di prove e una lunga preparazione a tutti i livelli, sia a livello tecnico che recitativo.

Anne, la tua interpretazione è incredibile e ti ha permesso di sfoderare il tuo talento canoro. Hai mai pensato di fare altri musical o di cimentarti come cantante, magari incidendo un tuo disco?
Anne Hathaway: Non mi sento molto sicura a cantare in pubblico. Preferisco farlo davanti a gruppi ristretti di persone perciò non credo che in futuro farò la cantante né che inciderò un album, ma mi piacerebbe recitare in altri musical.

La storia di Les Miserables è molto ricca. Vi è il richiamo alla rivoluzione, lo spaccato sociale dell'epoca, vi sono intrecci sentimentali, lotte per la libertà e per l'affermazione dell'inviduo. Ma quale è la vera chiave di questo musical, quale è secondo voi il cuore della storia?
Tom Hooper: Victor Hugo conclude I miserabili dicendo che al mondo non v'è nulla, all'infuori dell'amore reciproco.

Anne Hathaway: Come faccio ad aggiungere qualcosa dopo questo?

Hugh Jackman: Amare un'altra persona è come vedere il volto di Dio. L'insegnamento di Hugo è che la vera divinità la si sperimenta giorno per giorno negli altri.

Anne Hathaway: Allora io citerò Beyoncè dicendo che ciò che diamo ci viene restituito. Un po' d'amore e di compassione possono salvare la vita.

Stilisticamente Les Miserables si differenzia nello stile e nell'uso della macchina da presa rispetto al musical tradizionale. La camera si muove un po' troppo e inoltre vi è un insistito uso del primo piano.
Tom Hooper: Les Miserables è un musical molto parlato. Non ci sono balli come nei musical hollywoodiani classici perciò ho cercato un linguaggio che esprimesse i topic del film, la rivoluzione, la speranza, la libertà, le istanze sociali. La mia camera ha cercato di aderire ai personaggi cercando di catturarne le emozioni.

Si è molto parlato della scelta di far eseguire le canzoni dal vivo sul set. Come è nata questa esigenza?
Tom Hooper: Fin dall'inizio avevo pensato di far cantare gli interpreti dal vivo. Quando ho fatto i provini agli attori ho capito che era necessario farli cantare sul serio per evitare l'artificialità del playback. La dimensione live permette agli attori di controllare la voce, di avere più libertà nel canto e nella recitazione. Durante I Dreamed a Dream Anne ha avuto la libertà di esprimere una gamma di emozioni molto ampia e uno dei momenti più vibranti è quello in cui canta a occhi chiusi. Ma tutto questo è stato possibile solo esplorando quel preciso momento nell'istante in cui accadeva.

Eddie, dopo questa bella bella perfomance ti piacerebbe recitare a teatro in un musical?
Eddie Redmayne: Molte delle persone con cui ho lavorato sul set provenivano dal West End e io non ho mai neanche sperato di arrivare a fare quello che hanno fatto loro. Hanno un talento straordinario. Nella vita mai dire mai, mi sono divertito, ma non credo di essere in grado di esibirmi cantando di fronte a un pubblico teatrale.

Hugh Jackman: Eddie è la persona più modesta del pianeta, ma sono sicuro che molti produttori sarebbero felici di averlo sul palco in un musical.

Si avvicina la consegna degli Oscar. Secondo voi quale è l'importanza di questo premio? Credete che l'Academy sia reticente nei confronti del genere musical?
Hugh Jackman: Mio figlio si chiama Oscar quindi per me è molto importante. Scherzi a parte, sono australiano, ma il valore dell'Oscar è riconosciuto anche dalle mie parti. Non credo che l'Academy abbiamo difficoltà a riconoscere il coraggio e il valore artistico di persone folli e visionarie come Tom.

Anne Hathaway: Non ho ancora avuto un Oscar, perciò non so cosa si provi. Essere nominata due volte alla mia età, però, è qualcosa che va oltre ogni mia aspirazione. Quando ero piccola sognavo l'aspetto glamour dell'Oscar, ma ora che conosco il lavoro che sta dietro sono in grado di apprezzarlo ancora di più perché so quanta fatica costa arrivare a certi livelli.

Visto che una delle arie più celebri del musical parla proprio di sogni, quale è il vostro sogno?
Anne Hathaway: La mia carriera lavorativa mi sta dando tante soddisfazioni e lo scorso anno mi sono sposata. Sto vivendo un momento molto felice. Se guardo al futuro vorrei avere una bella famiglia fatta di figli, nipoti e pronipoti e vorrei anche continuare a recitare.

Hugh Jackman: Io sono molto soddisfatto di ciò che ho. Ho già una bella famiglia, una moglie meravigliosa, perciò posso solo sognare di essere sempre curioso e coinvolto nella vita, di non perdere mai l'entusiasmo.

Eric Fellner: Io sono un produttore e il mio sogno è che voi paghiate per andare a vedere il film.

Eddie Redmayne: Anche io, come Anne, sogno un futuro in cui sarò in grado di trovare un equilibrio tra ambito lavorativo e personale.

Tom Hooper: Il mio sogno è quello di essere ancora qui a 90 anni a presentare un altro film.