Berlino 2006: giorni 3 e 4

Altman, Jordan, Miike, Gondry e tanti altri nel richissimo week-end berlinese.

Con il primo week-end entra fortemente nel vivo la rassegna berlinese. Ad aprire le danze il sabato mattina il controverso quanto affascinante nuovo film di Terrence Malick The New World, presentato nel director's cut (lo stesso dell'uscita italiana) e accolto con convenzionale entusiasmo dalla platea.

Il cinema tedesco si è invece giocato tutte le sue cartucce nel concorso con il film più chiacchierato della selezione: The Elementary Particles. Tratto dal discusso bestseller di Michel Houellebecq, il film racconta il percorso di due fratellastri tanto diversi quanto similarmente vicini nella loro incapacità comunicazionale. L'aspettativa era alta, il risultato l'ha delusa, ma a noi sinceramente è piaciuto.

Pomeriggio di notevole interesse che ha diviso i cinefili tra il nuovo esperimento un po' compiaciuto di Michel Gondry e l'ultima release del visionario Takashi Miike, su cui abbiamo già speso laute parole nella recensione del film.
In una serie di incastri di ardua fruibilità, è stato presentato anche il nuovo film di Neil Jordan: Breakfast on Pluto. Divertente e commovente del cineasta irlandese alle tematiche già presenti in La moglie del soldato, con protagonista uno straordinario Cillian Murphy in gonnella. Volete saperne di più?

Cinema più di confine, come sempre, nelle sezioni parallele, con le proiezioni dell'israeliano Forgiveness, che attraverso una storia semplice va a toccare argomenti come il rapporto tra USA ed Israele e l'olocausto, e dell'egiziano The Yacoubian Building, storia corale che tocca con disinvoltura e coraggio argomenti delicati, come Bin Laden ed omosessualità.

La giornata di sabato è stata anche arricchita dalla presenza di Ian McKellen per il suo premio alla carriera. L'attore si è detto grato del premio ricevuto, ma ha ironizzato: "penso che me l'abbiano dato perchè pensano che sto diventando troppo decrepito per continuare."
Tra le stelle che hanno illuminato il red carpet del Berlinale Palast, anche il lanciatissimo attore messicano Gael Garcia Bernal, che insieme a Gondry ha presentato il suo ultimo film da protagonista The Science of Sleep.

La domenica berlinese si è aperta con il film bosniaco in concorso Grbavica (qui trovate la recensione) toccante storia di una madre ed una figlia ambientata nella Sarajevo post-bellica; un dramma personale che illustra anche il cambiamento di Sarajevo, e il suo doloroso ritorno alla normalità.

L'altro film in concorso della giornata è stato l'atteso A Prairie Home Companion di Robert Altman, coerente allo stile e i toni del grande regista americano, nuovo film corale e musicale dal cast molto ricco ed in forma. Per i dettagli, vi rimandiamo alla recensione di Luca Liguori.

Interessante, in Panorama, il danese 1:1, un dramma particolarmente forte su una vicenda di razzismo e violenza - già affrontata l'anno scorso dal bellissimo Love + Hate raccontata in maniera assolutamente non faziosa, ma allo stesso tempo non fredda, ma partecipe.

Ma la giornata ha avuto un'ampia parentesi orientale nelle sezioni parallele: Big River del giapponese Atsushi Funahashi si è dimostrato un buon road movie, dai tempi dilatati ed atmosfere evocative, costruito con linearità e sicurezza. Non altrettanto ben riuscito We Can't Go Home Again di Toshi Fujiwara, ma soprattutto il cinese The Promise, che ha drammaticamente deluso le attese. Il film, che non sopperisce alla semplice ed inconcludente struttura narrativa con un impianto visivo d'effetto, risulta fastidioso e tecnicamente mediocre, ma anche in questo caso vi invitiamo a leggere un commento più approfondito nella recensione di Adriano Aiello.