Recensione Barnyard - Il cortile (2006)

Animali antropomorfi che ballano, si innamorano e soffrono? Sa di già visto? Non è il caso di Barnyard, film che mescola sapientemente i ritmi del musical ed una forte morale edificante.

Barnyard Night Fever

Steve Oedekerk torna alla regia dopo una lunga esperienza da sceneggiatore (Una settimana da Dio, i due Ace Ventura, Il Professore matto, Patch Adams) e dopo aver ideato e prodotto il cartoon candidato all'oscar Jimmy Neutron - ragazzo prodigio.
Tuttavia il buon Steve è noto a tutti noi soprattutto per aver diretto e interpretato il film cult Kung Pow!, di cui ricorderete soprattutto il combattimento stile Matrix con la mucca guardiana della prateria. Ed è proprio dalla mucca che tutto riparte con Barnyard - il cortile.

Partendo dall'accettazione del fatto che le mucche non sono solo di sesso femminile (vedremo difatti mucche femmine e maschio avvicendarsi nel cortile), il film ci presenta sin dalle prime battute il protagonista Otis (con la voce di Kevin James), un giovane "mucco" (!) dedito alla goliardia più sfrenata.
I compagni di Otis sono il topolino Pip (Jeff Garcia), roditore con velleità da stuntman, il galletto Peck (Rob Poulsen), un pollo tormentato dall'afonia, il furetto Freddy (Cam Clarke), nevrotico e deciso a rinnegare il suo istinto naturale ovvero quello di mangiarsi il suo buon amico Peck, il maiale Pig (Tino Insana), che per campare si rotola nel fango (la dura vita lavorativa del maiale). A cui si aggiungono una miriade di personaggi (ne compaiono ben 180!) comprimari e non su cui spiccano il padre putativo di Otis: Ben (Sam Elliott) l'unica mucca assennata della fattoria, leader carismatico che cerca di indottrinare Otis al ruolo di guardiano dell'aia stigmatizzandolo con un'epigrafe degna dei più grandi pensatori: "Un uomo forte sa difendere se stesso, un uomo molto più forte sa difendere gli altri".
La bella mucca Daisy (Courteney Cox) che farà innamorare Otis, dotata di una bellezza rassicurante e materna, difatti porta in grembo un vitellino (per la prima volta in un cartone animato il protagonista maschile si innamora di un personaggio femminile in stato interessante. Può sembrare una frivolezza ma nell'ottica delle metafore filmiche ha un'importanza didattica fortissima).
Il saggio e sagace mulo Miles (Danny Glover), peraltro somigliantissimo a Miles Davis, che risulta forse come il personaggio più gradevole e divertente di tutto il cortile.

Come detto, i personaggi sono ancora molti, ed è questa la forza di questo film. Creare una rete molto ben definita di individui dai tratti caratteriali molto accentuati in modo che ognuno di essi assuma un ruolo attivo nella storia e non sia necessariamente imprigionato nel suo ruolo-macchietta, come è accaduto, ad esempio, con La Gang del bosco.

Barnyard si presenta come un omaggio scanzonato a tutti i classici del cartoon (che non si esime dal citare in chiave spesso ironica), la sua vera forza motrice è quella dell'anima musical in bilico tra il country e il blues.
La splendida colonna sonora che affianca alle musiche originali di John Debney una playlist scelta e confezionata con cura dallo stesso Oedekerk, è un turbillon esplosivo che coinvolge e guida lo spettatore attraverso la vicenda narrata. Le scene da Night Club nel fienile sono la punta di diamante di quest'operazione, dove tutti gli animali si lasciano coinvolgere in danze sfrenate al limite della sopportazione fisica, lo stesso Otis non può resistere al richiamo della musica e del ballo folle del personaggio di Wild Mike (la vera sorpresa del film, un misto tra Yoda di Star Wars e Animal dei Muppets).

Altro punto di forza, come detto, è il carisma dei personaggi, saccheggiato a piene mani da mostri sacri come John Belushi (e quì Animal House calza a pennello) e James Dean (le scorribande in macchina delle selvagge mucche).
Ogni personaggio riflette su se stesso ed evolve il proprio carattere senza risultare pericolosamente statico e macchiettistico. La gestione delle scene di dialogo e quelle d'azione è perfettamente calibrata e non eccede mai da ambo i versanti rendendo la narrazione perfettamente armonica.
I siparietti comici sono, come è giusto che sia, pluristratificati: si ride grossolanamente per gag visive e dirette, si sorride per strizzatine d'occhio ai film del passato, si sogghigna per frecciatine sottili e taglienti dirette tanto ai personaggi quanto al mondo "reale".
Forse riassunte tutte dalle molteplici situazioni che chiamano in causa gli animali antropomorfi davanti alle reazioni umane, in Barnyard queste situazioni sono oltremodo surreali perchè gli animali sono perfettamente consapevoli del fatto che gli esseri umani non sanno della loro "doppia vita" e giocano molto su questa situazione prendendo in giro e prendendosi in giro. La scena in cui Otis fà il verso al postino alle sue spalle e torna placidamente bovino quando questo si volta a guardarlo è da antologia marxiana del cinema!
Oedekerk non perde inoltre occasione per citare se stesso nelle scene di kung-fu che l'hanno reso celebre, come nella scena dei roditori shinobi, già presenti in Kung Pow in forma di improvvisati nunchaku.
Inoltre il film contiene una miriade di morali, tanto basate sulle coppie di opposti: bene/male, divertimento/lavoro, giovane/vecchio. Quanto radicate nel sociale come il rispetto reciproco e l'amicizia arrivando a toccare temi delicati come l'adozione, la morte e la ciclicità della vita.

Per quanto concerne la realizzazione tecnica, il film reinventa il disegno 3D (come aveva fatto Madagascar per intenderci), squadrando i visi degli animali e al tempo stesso ammorbidendone i lineamenti, sembra una contraddizione in terminis _ ma vedere per credere!
L'enorme lavoro fatto in preproduzione video ha portato alla creazione di un prodotto finito in termini di story board in 2D sul quale poi si sono messi al lavoro i tecnici della Omation Animation Studios, che hanno spinto al limite le possibilità della grafica 3D realizzando fondali mozzafiato e personaggi fluidissimi anche nelle scene corali, dove si muovono indipendentemente più di 180 _sprite
.

Nel complesso Barnyard - il cortile è quindi un ottimo film in cui è difficile trovare una pecca se non la breve durata (90min.), lacuna che verrà colmata dalla decisione di improntare una serie TV basata su Barnyard sull'emittente Nikelodeon TV! Attendiamo con impazienza quindi!