Recensione Boarding Gate (2007)

Privo di elementi di reale interesse o di una benchè minima originalità, il film di Assayas punta tutto sui due attori protagonisti e sulle loro scene bollenti, ottenendo più volte il ridicolo involontario.

Attrazioni fatali

Forse è vero, forse l'essere ad un festival rende più cinici e critici, ma fatto sta che ci sono film che davvero non si capisce cosa ci facciano in ua vetrina prestigiosa come Cannes. E' decisamente il caso di questo Boarding Gate di Oliver Assayas, fuori concorso sulla Croisette: una sorta di B-movie dai tratti morbosi, assicurati dalla presenza della protagonista Asia Argento. La storia racconta di Sandra, ex prostituta ed ex amante di un ricco uomo d'affari, che si trova coinvolta in qualcosa più grande di lei e si trova così costretta a fuggire verso Hong Kong.
Il film, girato con un budget ridotto e in tempi record, si riduce nella prima metà a non più di tre location, concentrandosi soprattutto nel rapporto tra Sandra e il personaggio interpretato da Michael Madsen, un rapporto fatto esclusivamente di sesso, spesso solo parlato o accennato, altre volte più esplicito. Tutta la prima ora offre quindi soltanto dialoghi, spesso imbarazzanti e non certo per i temi trattati, con due attori che intepretano in modo caricato e poco naturale un rapporto estremo che finirà, come prevedibile, molto male. La seconda parte del film è invece ambientata ad Hong Kong, ed il passaggio da luoghi chiusi e scuri ad una città così vivace e caotica è sicuramente funzionale e garantisce alla pellicola quantomeno una seconda possibilità. E' una possibilità però che viene sfruttata quasi altrettanto male, perchè lasciatosi alle spalle gli aspetti pseudo erotici/trasgressivi, il film si trasforma in un thriller banalissimo in cui la protagonista prima cerca di sfuggire ad un agguato pere poi cercare di vendicarsi di coloro che l'hanno tradita.

Privo di elementi di reale interesse o di una benchè minima originalità, il film di Assays punta tutto sui due attori protagonisti e sulle loro scene bollenti, ottenendo però risultati decisamente contrari a quelli desiderati, visto che più volte si scade nel ridicolo involontario, anche a causa delle poco convincenti prove dei due attori. Madsen è un attore dalla grande potenzialità, più volte l'ha dimostrato, ma altrettante volte è ricaduto nella scelta di ruoli poco felici che sicuramente non contribuiscono a valorizzarlo; discorso a parte meriterebbe Asia Argento, attrice tanto ammirata e cercata all'estero (basti pensare che è qui a Cannes per ben tre film) ma sempre e soltanto per ruoli estremi e fisici, in cui a volte, ammettiamolo, sembra ben calata, mentre in altri casi, come questo di Boarding Gate, risulta ridicola. Ora non ci resta che aspettare le sue prossime apparizioni festivaliere: ovviamente, da spogliarellista e da scandalosa amante.

Movieplayer.it

2.0/5