Arrow: da spietato vigilante a guerriero della giustizia sociale

In attesa di vedere nuovamente all'opera Arrow nella quinta stagione che si appresta ad andare in onda negli Stati Uniti, approfondiamo la figura di questo affascinante moderno Robin Hood con molte frecce al proprio arco, ma privo di superpoteri.

Un'immagine promozionale per la serie tv Arrow
Un'immagine promozionale per la serie tv Arrow

Dopo una quarta stagione molto discussa e poco amata, e in attesa del ritorno di Arrow, serie TV prodotta e trasmessa oltreoceano dal network The CW e in onda sulle reti Mediaset in Italia, scopriamo cosa ha reso il personaggio di Oliver Queen alias Green Arrow così iconico e unico nel suo genere, tanto da essere scelto come primogenito dell'Universo DC Comics del piccolo schermo. Cosa spinge infatti un uomo bello e ricchissimo, al quale la vita ha offerto tutto, a fare ritorno a casa sua dopo un'esperienza a dir poco traumatica diventando un vigilante mascherato, un Arciere di Smeraldo, auto-incaricatosi di mettere fine alle ingiustizie del suo mondo e a distruggere quel sistema del quale fino a poco prima aveva fatto parte?

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Moderno Robin Hood

Green Arrow nasce ovviamente sulle pagine dei fumetti DC Comics, creato dagli autori Mort Weisinger e George Papp, con il suo esordio che risale all'albo More Fun Comics #73 (1941). Il suo look ed equipaggiamento così come il suo stile di combattimento sono dichiaratamente ispirati al celebre personaggio della letteratura noto come Robin Hood, del quale deve sostanzialmente esserne la versione moderna. Per oltre vent'anni però Green Arrow rimane un personaggio poco significativo e apprezzato, sino a quando alla fine degli anni Sessanta Dennis O'Neil e Neal Adams (due dei fumettisti più celebri e influenti del XX secolo) gli donano una caratterizzazione più politica e sociale, svestendolo delle proprie fortune e rendendolo davvero un uomo del popolo, dal pensiero molto liberal: finalmente, Oliver Queen è realmente un difensore dei deboli e degli emarginati, facendo parte lui stesso di questa sfortunata categoria che si muove nei sudici vicoli delle metropoli americane, senza un tetto sulla testa e alla disperata ricerca di un pasto caldo ogni giorno.

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Ritorno a casa

Arrow: Stephen Amell in una scena del pilot della serie CW
Arrow: Stephen Amell in una scena del pilot della serie CW

Sin dal suo esordio, la serie TV Arrow ci ha proposto un personaggio tormentato e controverso, i cui controsensi l'hanno continuamente riplasmato e i cui (tanti) errori hanno sostanzialmente pilotato la narrazione delle quattro stagioni dello show sinora andate in onda. Oliver fa ritorno a Star City dopo essere stato dato per disperso e presumibilmente morto per cinque anni, a seguito di un naufragio che lo fa finire nella mistica e unica isola di Lian Yu. Per mezzo delle storyline in flashback che si sono sempre intervallate al filone narrativo principale della storia, abbiamo appreso di come il protagonista abbia errato a lungo, abbandonando la stessa isola per esplorare nuovi luoghi (per poi farvi ritorno), apprendendo sempre nuove cose e incontrando importanti personaggi che poi si sarebbero sistematicamente ripresentati più avanti nel tempo.

Arrow Begins

Arrow: Stephen Amell nell'episodio Honor Thy Father della prima stagione
Arrow: Stephen Amell nell'episodio Honor Thy Father della prima stagione

Tornato a casa, dove ad attenderlo c'é la sua famiglia, Oliver ha maturato una coscienza profonda e consapevole di quanto marcio fosse il mondo nel quale aveva vissuto prima di allora, senza curarsi mai di nessun altro all'infuori di se stesso, decide di dare il via alla sua crociata per salvare la città di Star City e i suoi abitanti, che per troppo tempo aveva deluso. Armato di arco e frecce (alcune provviste di singolari dispositivi e gadget), indossando un costume/armatura verde provvisto di cappuccio (e successivamente di maschera), Oliver diviene Arrow, vigilante senza mezze misure, propenso a uccidere i suoi nemici, disposto a tutto per estirpare quel tipo di criminalità organizzata e capitalista che, come il peggiore dei cancri metastatici, minaccia quotidianamente la vita di migliaia di innocenti. Lungo la strada, Oliver incontra tanti amici e alleati (oltre ad altrettanti nemici), che sono andati a formare la sua personalissima squadra, denominata Team Arrow. Nel corso degli anni, il protagonista si è trovato ad affrontare minacce sempre più grandi e pericolose, dimostrandosi raramente impeccabile, ma sempre in grado di rimettersi in piedi e continuare a combattere, riuscendo a spuntarla sempre (nonostante enormi sacrifici).

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Uomo del popolo?

Arrow: Stephen Amell è Oliver Queen nella puntata Broken Arrow
Arrow: Stephen Amell è Oliver Queen nella puntata Broken Arrow

Proprio l'aspetto politico e sociale è l'elemento forse più significativo di Arrow e nel corso delle stagioni sta assumendo una rilevanza sempre maggiore, con Oliver Queen presumibilmente in procinto di divenire il nuovo sindaco della sua città. Il protagonista inizia la sua parabola come rampollo viziato e irresponsabile, appartenente a una delle famiglie più ricche e potenti (ma anche con molti scheletri nell'armadio) di Star City.
Dopo l'esperienza quinquennale in giro per il mondo (mentre tutti lo credevano morto), esperienza che funge come vera e propria epifania per il personaggio, Oliver torna a casa deciso a cambiare le cose, non solo come vigilante mascherato, ma anche come capo dell'azienda di famiglia, la Queen Consolidated. Su questo fronte, come in altri, il protagonista fallisce, arrivando a perdere tutte le sue fortune e finendo sul lastrico. Questa dinamica è appunto speculare a quella vissuta dal personaggio nel periodo più importante della sua vita editoriale: Oliver si è sempre interrogato su come potesse davvero combattere il sistema facendo parte dello stesso, e questa sua posizione sociale era senza dubbio antitetica al suo ruolo di giustiziere del popolo, cosa che rappresentava un pesante fardello per la coscienza del personaggio.

Arrow: Stephen Amell e Tom Amandes nell'episodio Unchained
Arrow: Stephen Amell e Tom Amandes nell'episodio Unchained

Nel tempo, Oliver ha assunto quindi un profilo sociale più consono e funzionale, scegliendo persino di imbarcarsi in una complessa campagna politica al fine di divenire il sindaco di Star City, rimanendo però sempre impegnato anche come vigilante. Questa maturazione ha prodotto dei cambiamenti anche nell'attitudine della metà del personaggio con maschera, arco e frecce: se in principio Arrow era un vendicatore sanguinario, che non concedeva una seconda possibilità ai suoi avversari, progressivamente questi ha iniziato ad avere un comportamento più eroico, rinunciando all'omicidio e cambiando il suo nome in Green Arrow, sebbene in lui permanga sempre un lato oscuro che spesso riaffiora, facendolo tornare alle vecchie maniere e generando quel senso di colpa che è un po' il carburante che alimenta questo personaggio, tratto comune di molti vigilanti urbani (basti pensare a Daredevil, su tutti).

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Atmosfere esotiche

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Altro elemento classico del personaggio di Green Arrow è sicuramente quello legato alle arti marziali e alla parte più orientale (o orientaleggiante) dell'Universo DC. Dato il suo passato e addestramento, Oliver Queen è sempre stato uno dei canali preferenziali attraverso il quale raccontare storie dal sapore esotico, con personaggi, contesti narrativi e location molto lontane dallo standard occidentale. Nel corso delle varie stagioni di Arrow, in particolare della terza, abbiamo avuto modo di scoprire un angolo di questo universo narrativo fino ad allora inedito, a partire dall'introduzione del personaggio di Ra's al Ghul (classico nemico di Batman) e della sua Lega degli Assassini (o delle Ombre) assieme a tutta la mistica mitologia che da sempre ha accompagnato questo villain, un immortale che ha influenzato la Storia nel corso dei secoli, capace di ritornare dalla morte (sempre più folle) grazie alle peculiari capacità della Fossa di Lazzaro.

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A Kind of Magic

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Conseguentemente, la progressiva esplorazione del lato mistico dell'Universo DC ha portato anche all'introduzione della magia nelle trame di Arrow. L'avversario principale della quarta stagione dello show è stato infatti Damien Darhk, uomo in grado di divenire praticamente invincibile grazie a una piena padronanza di arti mistiche di magia nera. Anche nei flashback, abbiamo visto come Oliver si sia trovato anche in passato a dover gestire situazioni sovrannaturali, nel corso delle quali ha incontrato persino il personaggio di John Constatine, reintrodotto in questo universo narrativo dopo la sua sfortunata serie personale prodotta dal network NBC.

A.R.G.U.S.

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In Arrow, inoltre, è stato anche presentato il lato governativo e militare dell'Universo DC, che vede come sua massima istituzione l'organizzazione internazionale A.R.G.U.S., guidata dalla spietata Amanda Waller, il cui compito è quello di far fronte alle minacce mascherate e metaumane, garantendo la sicurezza della Terra. Proprio in questo contesto, abbiamo assistito anche all'esordio della versione del piccolo schermo della Suicide Squad, di certo molto meno celebre della sua controparte cinematografica.

Stay Human

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Infine, altro elemento fondamentale di questo show e del protagonista è quello umano. Abbiamo imparato ad apprezzare Oliver Queen proprio perché molto umano nei suoi comportamenti, a partire da una congenita infedeltà relazionale, arrivando poi alle tante azioni discutibili da questi compiute, sia nel presente che nel passato, da menzogne dette a fin di bene che hanno generato imprevisti e drammatici risultati, sino all'essere disposto a collaborare con organizzazioni criminali seguendo la regola del "a mali estremi, estremi rimedi". Green Arrow non ha superpoteri, è solo un individuo armato di arco e frecce che prova a fare del suo meglio per aggiustare quello che si è rotto, continuamente perseguitato dai suoi limiti, errori e sensi di colpa: sotto quella maschera e cappuccio c'è un essere umano come noi che vuole fare la differenza, ma se ci riuscirà o meno è ancora tutto da dimostrare.