Aquarius: Alla ricerca di Charles Manson

Il nostro commento ai primi due episodi della nuova serie poliziesca di NBC, che vanta il ritorno di David Duchovny su un network tradizionale.

Aquarius: David Duchovny in una scena di Everybody's Been Burned
Aquarius: David Duchovny in una scena di Everybody's Been Burned

Con la prima stagione di Aquarius, NBC fa una scelta precisa per il suo palinsesto estivo, abbinandolo alla terza stagione di Hannibal, il giovedì sera negli Stati Uniti (anche se la nuova serie creata da John McNamara sarà anche disponibile, durante il primo mese di programmazione, in forma integrale - tutti e tredici gli episodi - sul sito di NBC e altre piattaforme di streaming, almeno per quanto riguarda gli utenti americani). Quella che tradizionalmente era considerata la serata forte del network quando c'era il pacchetto denominato Must See TV (Cin Cin, Seinfeld, Friends, Frasier, E.R. - Medici in prima linea, eccetera) sarà dominata, da inizio giugno a fine agosto, dalle gesta di due efferati criminali, uno fittizio e l'altro reale.

Entrambi legati ad Hollywood, ciascuno a modo suo: Hannibal Lecter è, grazie ad Anthony Hopkins, uno dei cattivi cinematografici più noti ed apprezzati di tutti i tempi, mentre Charles Manson è passato alla storia per aver ucciso, insieme ai suoi seguaci, Sharon Tate, la seconda moglie di Roman Polanski. Manson è senza dubbio un personaggio affascinante, eppure sullo schermo si è sempre visto pochissimo: quasi esclusivamente in televisione, e la maggior parte delle volte in versione parodistica (South Park e Saturday Night Live). Alcuni anni fa Gary Oldman affermò in un'intervista di essere stato contattato a suo tempo per interpretare Manson al cinema, ma l'attore inglese - abituato a ruoli da cattivo - rifiutò la proposta perché non riuscì a trovare nessuna qualità positiva nella parte offertagli. Chissà cosa penserà di Aquarius...

Charlie prima del massacro

Aquarius: l'attore Gethin Anthony nella seconda puntata dello show
Aquarius: l'attore Gethin Anthony nella seconda puntata dello show

Non è il Manson tipico che incontriamo nei primi due episodi, Everybody's Been Burned e The Hunter Gets Captured by the Game. Interpretato da Gethin Anthony, apparso ne Il trono di spade nei panni di Renly Baratheon, "Charlie" è ancora lontano dagli eventi che portarono alla morte di Sharon Tate (siamo nel 1967, due anni prima dell'omicidio). McNamara ce lo mostra sotto le mentite spoglie di un leader spirituale come chiunque altro: salvo occasionali sprazzi di minaccia (inseriti per ricordarci che Charlie non è una brava persona), è in un certo senso comprensibile che gli aderenti alla cultura hippie - ricostruita in modo abbastanza verosimile, tenendo conto delle restrizioni della televisione pubblica - lo trovino carismatico ed intrigante. L'intento di McNamara, sebbene tutt'altro che originale (sia Bates Motel che il già citato Hannibal cercano di mostrarci l'uomo che si cela dietro il mostro), è lodevole, ma in questo caso anche fallimentare, poiché la caratterizzazione "umana" di Manson - due parole: infanzia difficile - scivola rapidamente nel cliché e diluisce l'aspetto minaccioso del personaggio, nonostante gli sforzi di Anthony. In questo caso, visto anche il soggetto (lo stesso Manson ha riportato più versioni, contraddittorie, della propria gioventù), una dose maggiore di ambiguità avrebbe giovato allo show. Viste le premesse, è difficile immaginare questo Charles Manson come un villain sufficientemente solido per cinque-sei stagioni (tale sarebbe la durata necessaria per arrivare fino agli eventi del 1969), a meno che la situazione non cambi negli undici episodi rimanenti di questo primo ciclo.

L'importanza di essere David Duchovny

Aquarius: l'attore David Duchovny interpreta Sam Hodiak in Everybody's Been Burned
Aquarius: l'attore David Duchovny interpreta Sam Hodiak in Everybody's Been Burned

Nonostante l'importanza attribuita a Manson, la vera star della serie è il poliziotto Sam Hodiak, interpretato da David Duchovny, il cui nome appare a caratteri cubitali nei titoli di testa precedendo addirittura il titolo. Vi sono quindi pochi dubbi sulla fiducia del network nello star power dell'attore, che con Aquarius ritorna alla televisione "normale" dopo sette stagioni di Californication su Showtime (ma le sue nuove avventure non sono del tutto edulcorate: come hanno spiegato i produttori, gli episodi saranno disponibili su iTunes in una versione più spinta, che verrà trasmessa anche in Europa). E l'uomo che presto tornerà a vestire i panni di Fox Mulder nel revival di X-Files è all'altezza di questo grande gesto simbolico (le serie in cui un solo attore viene menzionato prima del titolo del programma si possono contare sulle dita di una mano, almeno negli Stati Uniti): il suo Hodiak, uno sbirro nella migliore tradizione della narrativa hard boiled, è un individuo forte e al contempo stanco, non più al passo coi tempi ma non per questo pronto a rassegnarsi all'idea di essere divenuto obsoleto. Emblema della serietà (come hanno sottolineato alcuni recensori americani, Hodiak assomiglia più a Scully che a Mulder), l'investigatore ha comunque diritto a momenti di ben calibrata leggerezza, grazie al suo rapporto con Brian Shafe (Grey Damon), giovane poliziotto sotto copertura capace di passare inosservato negli ambienti hippie, e quindi utile per aiutare Hodiak nella ricerca di una ragazza scomparsa, attualmente membro del culto di Manson. E nonostante questi primi episodi diano l'impressione di un prodotto non interamente all'altezza del talento di Duchovny (sperando che il nostro bilancio a stagione conclusa ci smentisca), la sua presenza scenica rende comunque gradevole la visione di Aquarius, in attesa del ritorno di Mulder (e, forse, di Dennis/Denise Bryson nella terza stagione de I segreti di Twin Peaks).

Movieplayer.it

3.5/5