Antonella Clerici e Jerry Calà presentano 'Biancaneve e gli 007 nani'

I due doppiatori d'eccezione hanno incontrato la stampa romana per raccontare la loro esperienza con l'irriverente lungometraggio di Steven E. Gordon e Boyd Kirkland.

Da qualche tempo a questa parte, le favole su grande schermo stanno vivendo un periodo d'oro, anche grazie a Pixar e compagni che, oltre a realizzare dei capolavori visivamente parlando, hanno anche avuto il merito di allargare l'audience ai membri più cresciutelli della famiglia. Proprio ai grandi si rivolgevano pellicole come Lissy - Principessa alla riscossa o Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti, e anche Biancaneve e gli 007 nani sembra volersi accaparrare questo tipo di pubblico. Biancaneve è sempre la principessa di un regno fatato, nel quale però la tecnologia e la mondanità hanno piantato anch'esse radici: la bella adolescente passa il tempo nei locali insieme alle proprie inseparabili amiche, raggiungibili via cellulare, disertando gli impegni di corte e soprattutto le attività benefiche che avevano fatto di sua madre una donna amata da tutti, principi e plebei. Sarà soltanto quando lady Vanity, una donna ossessionata dalla bellezza e dal potere, tramerà per sposare il re suo padre, che Biancaneve dovrà riconquistarne la fiducia, imparando la vera gioia di vivere. Nel doppiaggio della pellicola, che uscirà il 2 ottobre in 150 copie distribuita da Eagle Pictures, hanno partecipato anche Antonella Clerici, nel ruolo di Biancaneve, e Jerry Calà in quello dello specchio: entrambi si sono dimostrati entusiasti dell'esperienza, così come del mondo dell'animazione.

Cosa vi affascinava dell'entrare in una favola?

Antonella Clerici: Questo non è il mio lavoro, ed è la prima volta che mi occupo di un doppiaggio; è stata un'esperienza straordinaria, anche grazie a Massimo Giuliani, il direttore del doppiaggio, che ha avuto tantissima pazienza. Io mi sono sempre sentita un po' un cartone animato, ho cercato di portare fuori la mia parte bambina. Mi piace questo mondo, e anche se ho avuto all'inizio tante difficoltà, poi ho avuto anche tante soddisfazioni, più andavo avanti e più miglioravo. Infatti dopo aver finito tutto abbiamo rifatto alcune battute, perché il personaggio mi era entrato dentro molto di più nel finale.

Jerry Calà: Io l'ho fatto per amicizia perché odio il doppiaggio. In questo caso ai produttori divertiva l'idea di ritirare fuori alcuni miei vecchi slogan, come "libidine". Mi sono divertito, era la prima volta che non doppiavo me stesso, e anzi la prossima volta mi piacerebbe avere un ruolo più ampio. Poi io sono pazzo di questi film, questo lo definirei una specie di disaster cartoon, ed è bella l'idea di trasmettere ai bambini l'ironia,

Antonella, questo è l'inizio del tuo passaggio ad attrice?

Antonella Clerici: Assolutamente no, io credo di essere l'unica conduttrice che non vuole fare l'attrice. Forse in un futuro farei una sitcom, ironica, magari in cui interpreto me stessa. Non si può fare tutto, a meno di non avere un grande talento, che io non credo di avere.

Hai già pensato all'Ariston? Ti spaventa?

Antonella Clerici: Io sono quello che sono, porterò con me la mia naturalezza come sempre. Io all'Ariston sono sempre stata bene, mi ha portato fortuna in tante occasioni. Mi spaventa un po' l'importanza dell'evento, questo si.

Cosa ne pensate di questo film?

Antonellla Clerici: Io tendo a leggere la favola in chiave antica, è bella la figura di questa ragazza e la riscoperta dei valori veri, la morale della favola è quella. Anche se lei non mi assomiglia molto, io ho sempre detestato le feste, il lato mondano in generale.

Jerry Calà: Mi piace questa idea di fare delle parodie, di smitizzare le favole con l'umorismo americano. Io l'ho visto solo in inglese, devo riguardarlo meglio. Mio figlio di sette anni lo apprezzerà sicuramente, ai bambini piace rivoltare le favole, sono di mente aperta.

Quali sono i film di animazione che amate?

Jerry Calà: I ricordi che ho io della mia infanzia sono di grandi pianti, quando ho visto Bambi ho avuto la febbre a 40° per una settimana! Io sono diventato padre tardivamente, adesso accompagno spesso mio figlio al cinema e mi piacciono molto le pellicole di oggi.

Antonella Clerici: Mi piacciono i cartoni che ai bambini lasciano qualcosa, mi piace il lieto dine e anche la morale.

Jerry Calà: Per esempio Wall·E è stato un film straordinario, mi ha dato tanto, è molto rivolto anche ai genitori.

E quali cartoni animati invece vi piaceva guardare per divertimento?

Antonella Clerici: Io adoro Titti e Silvestro, mi divertono proprio i colori, li vedo con la mia bambina e piacciono anche a lei. Io quando faccio una trasmissione penso anche ai bambini, e cerco di sottolineare proprio il colore.

Jerry Calà: Nella comicità i bambini sono un test, se riesci a far ridere loro allora fai ridere tutti. Io ero pazzo di Tom e Jerry, mi divertiva il tormentone dell'inseguimento.

Insieme ai cartoni, sono cambiati anche i bambini?

Antonella Clerici: Adesso hanno molti stimoli, l'offerta è amplissima, da C.S.I. ai canali tematici di animazione. E' sempre compito del genitore far restare bambini i bambini. Bisogna saper scegliere le cose giuste, fare più selezione.

Jerry Calà: C'è anche troppa offerta, ci sono tanti cartoni violenti, infatti mio figlio gioca sempre ad ammazzare qualcuno. Io credo che i bambini abbiano già il loro gusto, io addirittura ogni tanto lo prendo in giro perché guarda anche cose come i Barbapapà. Secondo me ai bambini è giusto far vedere anche qualcosa per i grandi, spiegandoglielo. Mio figlio è pazzo di Life on Mars, ogni tanto gli copro gli occhi sulle scene un po' truculente, ma in certi cartoni la violenza è quasi uguale.

Cosa pensate del fenomeno per cui attori famosi danno voce ai cartoni?

Jerry Calà: Di sicuro è una strategia di marketing per rendere più appetibili i film, come se fosse l'attore in persona a recitare. In America spesso tutto il cast di doppiaggio è composto da attori. Per noi potrebbe diventare un secondo lavoro [ride, n.d.r.], a volte già si potrebbe pensare al personaggio in base a chi gli darà la voce. E' anche un modo per avvicinare il cartone all'umano, e sarebbe una gran bella umanità, metà umani e metà cartoni.

Antonella Clerici: Sicuramente è anche un discorso di marketing, poi in America hanno una straordinaria gamma di voci, ma non è detto che è una strada che si possa percorrere sempre. Nel mio caso è stato un divertissement, per un attore potrebbe già essere diverso.

C'è una voce in particolare che apprezzate?

Jerry Calà: Da sempre i doppiatori italiani hanno dato qualcosa in più, talenti come Giannini, Giuliani, Amendola hanno saputo dare un cuore più grande ai personaggi.

Antonella Clerici: Io vedo molti film in lingua originale, e in questo modo si nota il lavoro straordinario del doppiaggio italiano.