Recensione Curioso come George (2006)

Mediocre prova di lungometraggio animato, troppo legato al format dell'animazione televisiva. Contenuti dilatati su un minutaggio più elevato, senza la forza narrativa per giustificare l'operazione.

Animazione di stampo televisivo

La cultura da "cortometraggio animato" sbarca per l'ennesima volta sul grande schermo, e ci offre questo mediocre Curioso come George (più semplicemente Curious George, nell'edizione originale). Il format del cartone animato televisivo, con tutte le caratteristiche del disegno animato che va incontro a stereotipizzazioni banali, e della accezione particolarmente episodica della trama, viene ripreso totalmente dal film, che non ne sfrutta appieno le pur esistenti potenzialità.

Intendiamoci, chi scrive è un (quasi) adulto. E scrive a proposito di un film dichiaratamente ed esplicitamente destinato ad un target 0-12. Proveremo così a distinguere il tentativo d'analisi in due sfere d'azione ben precise. Il primo concernente il piano sul quale il film si muove, quello della cifra del puro intrattenimento infantile, l'altro sul valore in sé della pellicola, anche in relazione allo stesso primo punto.
Sul primo aspetto il film non fa mancare nulla di quello che, da copione, non può mancare. Un personaggio costruito per destare d'impatto simpatia, qual è la piccola scimmiotta George, il classico imbranato combinaguai, il vecchio un po' svampito e il profittatore senza scrupoli. Il tutto legato ad una nobile causa da difendere, nello specifico la difesa di un vecchio museo dalla distruzione. Per un pubblico di giovanissimi paiono presenti tutti gli elementi che compongono un onesto film, seppure non si noti nulla che cerchi di spezzare una certa monotonia e opacità realizzativi.
Detto questo, non si può far a meno di sottolineare come, a fronte della piena godibilità di altri lavori animati anche ad un pubblico che non sia quello infantile, Curioso come Gorge risulti assolutamente piatto, monocorde, a tratti irritante. Il disegno animato cerca a tratti un'originalità in cui non riesce a calarsi, riuscendo incredibilmente ad infilare del product placement qua e là, risultando alla fine eccessivamente cartoonesco, nel senso negativo del termine.
Inoltre si gioca molto sul personaggio maldestro dell'amico di George, che diventa, lui sì, presto veramente irritante, incatenando tutto il film a urletti e mossette spesso fini a sé stessi.

Un lungometraggio d'animazione che, in definitiva, verrà presto scordato, recuperato al massimo in DVD per qualche serata familiare.