Alessandro Gassman e Amr Waked, due padri coraggio

Il nostro faccia a faccia con Il padre e lo straniero, i due attori protagonisti del nuovo film di Ricky Tognazzi presentato fuori concorso alla quinta edizione del Festival di Roma.

Due padri, nella vita e nella finzione. Il bravo Alessandro Gassman e Amr Waked, fascinoso attore egiziano già visto in Syriana sono i due tenebrosi interpreti de Il padre e lo straniero, il dramma familiare raccontato originariamente nell'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo portato sul grande schermo da Ricky Tognazzi. Due uomini afflitti da un grande dolore, accomunati dalla sofferenza che li vede entrambi padri di due bambini affetti da una grave forma di disabilità. L'uno, attraverso il rapporto con l'altro, arriverà a mettere in discussione il significato di 'diversità' perchè i due uomini stringeranno un'amicizia che li metterà entrambi alla prova e li farà crescere trasformando il loro disagio esistenziale in energia nuova e linfa vitale. Sentite cosa ci hanno raccontato di questa loro intensa esperienza sul set.

Signor Gassman, quanto è stato difficile da padre affrontare il tema della disabilità infantile? Alessandro Gassman: E' stato molto importante, perchè mi sono reso conto di avere una gran fortuna, ho un figlio sano e intelligente che non ha mai avuto problemi di questo tipo. Sia per me che per Amr è stato molto importante ed educativo girare questo film a contatto con bambini sani e disabili, ricordo che durante le riprese c'era una bambina che è realmente disabile, non ho mai dimenticato l'orgolio della madre che trattava questa bambina come se niente fosse, è stata molto importante per me la conoscenza di questa donna. Mi riconosco molto nel personaggio di Diego, mi assomiglia in molte cose. Onestamente se avessi avuto in famiglia un dolore reale come quello che affronta lui avrei avuto un forte disagio e probabilmente non sarei mai riuscito a superare il trauma senza l'aiuto di qualcuno. In quel caso, da spettatore, questo film mi avrebbe aiutato a superare meglio le difficoltà psicologiche che ne sarebbero conseguite.

Nel film interpretate due genitori molto intensi che sono padri di due bambini malati, vi siete rapportati con genitori che hanno lo stesso tragico problema per entrare meglio nei personaggi?

Amr Waked: Sono cresciuto in una famiglia in cui c'era una persona portatrice di handicap che ha sempre avuto attenzioni speciali, quando ho letto lo script ho deciso di accettare il ruolo anche per questo motivo, perchè la mia esperienza familiare mi aveva lasciato un grande vuoto, ricordo che avvertivo un grande distacco nei confronti di questo argomento e di questa persona, rimanevo sempre colpito dalla sua diversità quando ero piccolo. Ricordo che da bambino vedevo negli occhi dei genitori di questo mio familiare disabile tanta fierezza, tanto orgoglio, e ricordo le mille attenzioni che entrambi dedicavano. Il rapporto che i genitori avevano con lui era lo stesso che si vede nel film, tutto ciò che è diverso fa sempre un po' paura, da padre ho capito che scatta un amore istintivo e incondizionato su cui non si ha alcun tipo di controllo, a prescindere dallo stato fisico e mentale del bambino, più è grave il suo handicap più lui ha bisogno di te e più tu lo ami, è strano ma vero.

Perchè nei film di Ricky Tognazzi si parla tantissimo di amicizia? Si capisce come lei ci tenga tantissimo a questo sentimento... Ricky Tognazzi: E' vero, penso che l'amicizia sia un sentimento puro, mai egosista, gli amici non chiedono mai di più di quello che gli dai, sarà che ho passato tanti anni della mia vita in collegio a contatto con i miei compagni. Trovo che sia un sentimento puro e pulito, e penso anche che nonostante gli uomini sposino le donne, continuano a prediligere gli uomini, quando vai ad una festa ci vai con un amico o quanto meno ne cerchi sempre uno con il quale metterti in un angolino a chiacchierare e a scherzare, o perchè no a piangere sulla sua spalla. A me personalmente piacciono di più delle donne, con gli uomini mi diverto di più, mi sento più a mio agio, mi viene voglia di toccarli i miei amici, mentre quando cerchi il contatto fisico con le donne loro pensano subito a male. Gli uomini sono anche più facili da capire ed è più facile raccontarti ad un uomo che ad una donna. Almeno dal mio personalissimo punto di vista.

Il vostro film è come un carrarmato, va dritto per la sua strada contro i pregiudizi, contro il razzismo anche se c'è una battuta sui napoletani che non è molto felice anche se fa sorridere rimarcando l'ingenuità di fondo di Diego...

Gassman: E' buffo perchè quella è una delle pochissime battute improvvisate nate al momento. Quella scena girata all'interno del mercato di Tunisi, sembrava un po' Napoli e mi è venuto spontaneo fare il parallelo, ma era senza cattiveria, anzi!
Ricky Tognazzi: Una battuta di alleggerimento nata al momento, era una sorta di presa in giro dei pregiudizi che si hanno sui napoletani e sugli arabi, la verità è che nel nostro paese facciamo fatica ad accettare il diverso e lo straniero in generale.

Una cosa molto comune nel moderno cinema italiano è che sembra sempre frenarsi, sembra sempre aver bisogno di alleggerimento, di battute anche nei momenti più drammatici. Nel vostro film non accade, almeno nella seconda parte più drammatica, ed è assolutamente positivo... Ricky Tognazzi: Nell'arco della lavorazione ne abbiamo dette di tutte e di più poi in fase di montaggio le abbiamo tolte o modificate, cercando di trovare un buon equilibrio che poi è l'equilibrio che la vita stessa in molti casi ti regala, fatto di momenti esilaranti e di momenti altamente dramatici e tragici. Speriamo che il tutto possa piacere anche al pubblico.