Recensione Meno male che ci sei (2009)

Luis Prieto affianca al mondo adolescente uno spaccato di un'altra fase, forse altrettanto problematica, della vita umana: quella dai trenta ai quarant'anni, e attraverso l'amicizia tra Allegra e Luisa dichiara il valore di un rapporto tutto al femminile.

Adolescenza 2.0

Se il mercato dell'editoria ha trovato nel pubblico adolescente la sua gallina dalle uova d'oro, non si può certo dire che il cinema non abbia saputo sfruttare questo nuovo e promettente filone. Ma è altrettanto vero che, dopo le storie d'amore strappalacrime, le amicizie messe a dura prova da infatuazioni che si fanno via via più precoci, nel tentativo di inglobare più target possibile prima che la bolla si sgonfi e i tredicenni tornino a quello che facevano nell'era pre-Moccia, c'è rimasto ben poco a cui attingere. E allora perché non tentare la via del compromesso? In fondo, nonostante i molteplici tentativi di farcelo (e farglielo) credere, gli adolescenti non sono un mondo a parte, ma sono, volenti o nolenti ambo le parti, destinati ad avere a che fare con il mondo degli adulti. E così, in Meno male che ci sei, l'obiettivo si allarga fino a comprendere non soltanto Allegra, diciassettenne improvvisamente rimasta orfana in seguito allo schianto dell'aereo che trasportava i suoi genitori verso una vacanza riconciliatrice, ma anche Luisa, bella impiegata di banca che proprio del padre di Allegra era l'amante. La ragazza andrà alla ricerca di Luisa dopo aver scoperto della sua esistenza tra le e-mail del padre, e, contro ogni pronostico, si stabilirà a casa sua fuggendo alla magione dei nonni, l'una ubriacona, l'altro demente.

Tra le due donne, entrambe sole e, come comprensibile, piene di problemi, si stabilirà un rapporto di reciproca intesa e confidenza, che le aiuterà anche a ritrovare le bellezze dell'amore: per Allegra sarà Gabriele, studente modello e vittima paziente delle scenate di gelosia della ragazza, per Luisa sarà Giovanni, giornalista affascinante quanto sfuggente. Naturalmente, non basteranno una nuova amica e un nuovo amore a far superare ad Allegra il trauma della morte dei genitori, e la proverbiale sfortuna di Luisa nel settore uomini è ben lungi dall'abbandonarla: ma da tutto questo il loro rapporto ne uscirà più che mai forte, ed entrambe supereranno infantilismi ed insicurezze. Meno male che ci sei, quindi, è soprattutto la storia di un'amicizia al femminile, un'amicizia che, proprio partendo dalla più totale improbabilità, sa trovare in se stessa la forza per crescere ed alimentarsi, resistendo ad un mondo di maschi irresponsabili, deboli e perfino violenti. Solo Gabriele si salva da questo microcosmo, che forse non è tanto lontano dalla realtà, di uomini squallidi e fifoni: evidentemente la sceneggiatrice, nonché autrice del libro da cui il film è tratto, non voleva negare al pubblico più giovane ed idealista il consueto lieto fine.
E se, per l'appunto, il rapporto al femminile, e tra gli adulti, funziona, anche grazie all'esperienza di Claudia Gerini che sembra essere decisamente a proprio agio nei panni ingenui e sognanti di Luisa, è l'intero affresco del mondo adolescente a soffrire, ancora una volta, di una certa melensaggine, anche per colpa di una regia non proprio dinamica, che anzi si compiace di primi piani catatonici ormai tristemente noti e oltre non sembra voler andare. Allegra e Gabriele restano però dei personaggi sicuramente più veri e credibili rispetto ad altri giovanissimi che li hanno preceduti sul grande schermo, ragazzine vestite e truccate come modelle e maschi cloni di Scamarcio in primis: entrambi hanno una personalità, un carattere e soprattutto un aspetto normali, e soprattutto vivono esperienze reali che, seppur forti e scioccanti, hanno forse davvero qualcosa da dire al loro pubblico. Meno male che ci sei non si porrà quindi in netta controtendenza rispetto alle pellicole che lo hanno preceduto ma, almeno per quanto riguarda lo sviluppo e la caratterizzazione dei personaggi, fa un piccolo ma significativo passo in avanti. Aiutato anche da una maggiore cura della controparte adulta, che finalmente diventa coprotagonista e che, anche grazie alla bravura del cast, contribuisce a sostenere il ritmo della narrazione, altrimenti ancora legato alla stucchevolezza di cui soffre l'intero filone.