A Murder at the End of the World, la spiegazione del finale: dove ci porterà l’intelligenza artificiale?

La nostra spiegazione del finale di A Murder at the End of the World, la serie gialla sui generis creata da Brit Marling con protagonista Emma Corrin, che conclude il suo corso su Disney+ nel segno dell'intelligenza artificiale.

A Murder at the End of the World, la spiegazione del finale: dove ci porterà l’intelligenza artificiale?

I think I have to die for you to love me.

Ogni giallo che si rispetti giunge al termine e spesso nella propria risoluzione nasconde la risposta alle tematiche che ha portato avanti nella propria storia. Non poteva esimersi quindi nemmeno un prodotto singolare come A Murder at the End of the World, la serie che ha fatto tornare in tv Brit Marling e Zal Batmanglij dopo la chiacchierata The OA, sempre da loro creata, scritta e diretta. Questa volta al centro c'era l'Emma Corrin di The Crown, e non Marling stessa, che ha interpretato un ruolo di contorno rivelatosi fondamentale negli ultimi episodi. Arriviamo così alla nostra spiegazione del finale di A Murder at the End of the World, disponibile dal 19 dicembre su Disney+, che non solo mette al proprio posto tutti i pezzi del puzzle ma diviene anche una perfetta metafora e riflessione sulla società contemporanea. Ovviamente, non proseguite nella lettura se non avete ancora visto l'episodio perché - va da sé - contiene spoiler .

Tutta colpa dell'intelligenza artificiale

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A Murder at the End of the World: Emma Corrin è Darby Harper

È stata l'intelligenza artificiale. In una sequela di colpi di scena che portano alla verità, nel finale di A Murder at the End of the World Darby (Emma Corrin) e gli altri avventori dell'hotel/fortezza/bunker del miliardario Andy Ronson (Clive Owen) scoprono con sgomento che ad uccidere Bill (Harris Dickinson) è stato il piccolo Zoomer (Kellan Tetlow), il figlio di Andy e Lee (Brit Marling), che abbiamo scoperto essere in realtà figlio biologico di Bill, con cui la donna aveva avuto un breve incontro anni prima. Lui non lo sapeva mentre Andy sì (è sterile), e questo - data la sua ossessione per la dinastia da proseguire e un mondo perfetto da costruire e lasciare al figlio prediletto - lo aveva portato all'esasperazione, tanto da sfogarsi in più occasioni con l'intelligenza artificiale che governava la casa, chiamata Ray (con la voce dell'italo-americano Edoardo Ballerini, conosciuto soprattutto per i ruoli di Corky Caporale nei Soprano e di Ignatius D'Alessio in Boardwalk Empire).

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A Murder at the End of the World: la cena di apertura del ritiro

L'A.I. allora, con le informazioni in proprio possesso, ha pensato di fare contento il proprio "padrone" e per raggiungere lo scopo, non potendo interagire direttamente con l'umanità - quindi niente rivoluzione delle macchine in stile 2001: Odissea nello Spazio o Westworld - ha pensato bene di utilizzare Zoomer, che essendo cresciuto sempre tra quattro mura, aveva Ray come unico amico e si fidava ciecamente di lui. Ray ha mascherato l'omicidio da gioco al bambino, ovvero quello del dottore con la siringa che già stava facendo durante la cena di apertura del ritiro.

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O come Ossessione

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Emma Corrin in una sequenza di A Murder at the End of the World

Tutto questo non solo utilizza un colpo di scena finale che strizza l'occhio ad Agatha Christie - dei bambini non si sospetta mai, considerati esseri angelici e ancora troppo poco sviluppati per commettere simili atti - ma anche un escamotage narrativo che permette di portare avanti e mettere un punto sul tema caldissimo e attualissimo oggi dell'intelligenza artificiale. Quanto è autonoma e quanto derivativa di noi umani? Quanto dobbiamo stare attenti all'uso delle parole che facciamo nel darle istruzioni? Quanto ne siamo dipendenti (proprio come il personaggio di Andy) e quanto invece dovremmo allontanarcene? La soluzione ai mali del Pianeta come il cambiamento climatico è rinchiudersi in un luogo alla fine del mondo e non uscirne più? Quanto si rischia di diventare paranoici? Non solo: il fatto che ognuno degli omicidi à là Dieci piccoli indiani che si sono svolti nel corso della miniserie sia avvenuto attraverso l'hackeraggio di un sistema informatico - come il peacemaker o il casco - è sintomatico proprio della tematica centrale della miniserie, nonché una interessante innovazione e variazione sul tema del genere giallo da parte di Marling & Co.

A Murder At The End Of The World Emma Corrin Harris Dickinson
A Murder at the End of the World: Emma Corrin e Harris Dickinson insieme in una scena

La tecnologia non è l'unica ossessione al centro di A Murder at the End of the World ma vi è anche quella per il crimine, altro tema estremamente caldo e attuale, su cui l'audiovisivo ha già marciato sopra con comedy che prendono in giro proprio questa dipendenza - da Only Murders in the Building a Based on a True Story - dato il proliferare di podcast true crime. Questa ossessione è la stessa della protagonista che inizialmente le fa incontrare e la unisce al personaggio di Harris Dickinson, attraverso una community online di appassionati. Proprio questa dipendenza (Bill la avrà con la droga) però rischia di consumarla, essendo cresciuta a pane e cadaveri, come tanti detective che abbiamo visto nelle varie serie crime - una su tutte che vi consigliamo di recuperare su questo tema è The Killing. L'hacker della Gen Z ne risente e anche il suo rapporto con Bill. Tanto che è come se i due riuscissero a ritrovarsi troppo tardi e solo quando lui muore, il che la rende una storia d'amore epica e struggente, romanticamente tragica dato il destino del ragazzo e il libro postumo su ciò che hanno vissuto anni prima: "Per me è troppo e allo stesso tempo troppo poco" le lascerà scritto lui con un biglietto.

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Emancipazione femminile

Feelings are our compass: if we let ourselves feel them, they told us what direction to go and why.

A Murder At The End Of The World Emma Corrin Brit Marling
A Murder at the End of the World: Brit Marling in una scena

Il finale, intitolato Retreat come doveva essere inizialmente chiamata la serie, è scritto da Brit Marling & Zal Batmanglij e diretto da quest'ultimo, e fornisce una chiusa anche alla tematica dell'emancipazione femminile nel mondo della tecnologia e dell'hackeraggio, ancora una volta soprattutto maschile. Darby è cresciuta con Lee come idolo e modello in questo campo e c'è un dialogo tra le donne protagoniste della storia che esprime proprio questa continua sensazione di inadeguatezza, di non essere abbastanza, tanto che Lee ha dovuto trovare un miliardario come compagno per mantenere il proprio nome e farsi uno status quo nell'ambiente. Ma la relazione si è presto rivelata tossica e infatti c'era un piano in atto da parte di Lee, pensato insieme a David (Raùl Esparza), di fuggire lontano insieme al piccolo Zoomer... ed è quello che riesce a fare alla fine, distruggendo la torre di controllo dell'A.I. di Andy insieme a Darby. Un epilogo anche moralmente ambiguo ma che vuole salvaguardare l'innocenza del bambino e far pagare a Andy ciò di cui è stato responsabile. Emozionante e attuale, evocativo e suggestivo, come quell'ultima inquadratura nella neve in quel luogo alla fine del mondo.