Recensione The Hole in 3D (2009)

Ottimo come intrattenimento per ragazzi e per famiglie, The Hole in 3D sfrutta i meccanismi di base del thriller e dell'horror in modo semplice, ingenuo e lineare senza preoccuparsi di apparire demodé

3-Divertissement per ragazzi

Dane e Lucas si trasferiscono da Brooklyn in una villetta nella tranquilla cittadina di Bensonville dove la loro mamma ha appena trovato lavoro come infermiera. Dane è ormai grande e inizia a dare segni di sofferenza per la situazione familiare complicata, soprattutto dopo questo ennesimo spostamento che lo costringe nuovamente a fare a meno dei suoi amici. Tutto sembra troppo tranquillo in quella casa, a parte i bisticci tra fratelli, e la noia spesso prende il sopravvento. L'unica cosa positiva è la loro nuova vicina di casa Julie, una ragazza molto carina e simpatica con la quale fanno subito amicizia. Sarà lei la prima persona con cui condivideranno la bizzarra scoperta fatta in cantina. Durante un bisticcio i due fratelli hanno infatti trovato una strana botola chiusa con ben sei lucchetti, un buco senza fondo che sembra inghiottire ogni cosa. Sembra un normalissimo pozzo, un tunnel che magari conduce da qualche parte, ma in realtà il buco nasconde una forza maligna che involontariamente i ragazzi hanno liberato. Presenze oscure e fantasmi che i tre ragazzi potranno sconfiggere e far scomparire per sempre cercando di combattere una volta per tutte i loro fantasmi personali.

Metafora orrorifica tra le più gettonate di sempre, il buco nero, torna sul grande schermo nel nuovo film di Joe Dante, mitico regista di Piraña e Gremlins, cineasta di culto uscito dalla seconda generazione di registi scuola Roger Corman. Incurante dei decenni trascorsi dai suoi più grandi successi nel campo dei B-movie per ragazzi, Dante firma questo The Hole in 3D con l'intento (non proprio riuscito) di provare a svecchiare prodotti di un'altra epoca cinematografica con l'applicazione delle tre dimensioni. Sfruttata poco e superficialmente, la tecnica sopra citata finisce per apparire ancor più anacronistica di quanto non appaia già la storia narrata nel film, piena zeppa di clichè divertenti ma il cui uso è ormai logoro. Ottimo come intrattenimento per ragazzi e per famiglie, The Hole in 3D sfrutta i meccanismi di base del thriller e dell'horror in modo semplice, ingenuo e lineare senza preoccuparsi di apparire demodé. Torna il terrore nei confronti dell'ignoto, la paura dell'uomo nero che spunta nella cantina di casa, pupazzi dispettosi che si animano improvvisamente, fantasmi e mostri che mille volte abbiamo visto e che Dante ha deciso di omaggiare anche qui al Lido presentando Fuori Concorso il suo film proprio nell'anno in cui la Biennale lo ha scelto come giurato e in cui è presente in concorso anche George A. Romero con i suoi amici zombie.

Un omaggio ai B-movie senza grosse sorprese che neanche l'introduzione del 3D, nonostante il soggetto si presti notevolmente, riesce a rendere moderno. Non possiamo dire di essere sorpresi né di essere rimasti delusi da questo suo The Hole in 3D. Joe Dante, come il suo collega Romero, è sempre stato e sempre rimarrà un cineasta vecchio stampo, sagace e spesso provocatorio, ma di fondo un inguaribile romantico, un cinefilo innamorato di un genere da cui mai riuscirà a separarsi, un appassionato di genere rimasto aggrappato con le unghie e con i denti ad un'idea di cinema ormai sorpassata ma in cui tutti noi, ogni tanto, sentiamo il bisogno di rituffarci.

Movieplayer.it

3.0/5