2008: il cinema che vedremo

Qualche anticipazione sulle uscite più attese dei prossimi mesi per l'inizio di un nuovo anno che si preannuncia ricco come mai.

Quali sorprese ci riserva il cinema nel 2008? Passando rapidamente in rassegna l'elenco dei titoli che verranno distribuiti nei prossimi mesi salta subito all'occhio un'offerta all'insegna della varietà, oltre che della quantità. Il trend positivo che ha contrassegnato la passata stagione cinematografica ha premiato la strategia aggressiva delle grandi distribuzioni, da un lato consolidando la tendenza a puntare sui cavalli vincenti al botteghino (cinepanettoni, kolossal, attori di sicuro richiamo), dall'altro differenziando coraggiosamente la distribuzione e dilatando la stagione delle uscite per raccogliere un maggior numero di spettatori. Tendenza accentuatasi questo Natale con l'uscita dei primi film per famiglie anticipata a inizio dicembre. Ecco che, seguendo la stessa logica, ad accoglierci nel nuovo anno saranno due pellicole assai poco 'natalizie': il gelido e raffinato melò erotico Lussuria - Seduzione e tradimento di Ang Lee, trionfatore dell'ultima mostra veneziana, e l'attesissimo remake di Halloween diretto da Rob Zombie, rock star prestata al cinema che ormai pare averci preso gusto, divenendo regista di culto del genere horror con due soli film all'attivo. Con quest'ultimo lavoro Zombie si gioca molta della propria credibilità artistica: Halloween è il capostipite del genere slasher, amatissimo da schiere di fan carpenteriani che attendono al varco la nuova versione, pronti a non perdonare eventuali 'tradimenti'. Per il momento l'accoglienza è stata contraddittoria, ottimi gli incassi, ma pareri discordanti sull'esito finale del lavoro con un paio di stroncature eccellenti dalle riviste di settore (Fangoria e Bloodydisgusting). Subito dopo le festività vedremo anche l'ultimo Woody Allen di Sogni e delitti, cupo dramma sull'avidità, e Il cacciatore di aquiloni, adattamento del best seller di Khaled Hosseini diretto da Marc Forster, che sta già facendo discutere a causa delle delicate tematiche che affronta.

Mondi distrutti, città rase al suolo, morbi letali che si diffondono a macchia d'olio, estinzione della specie umana. Questa sembra essere la nuova tendenza dei blockbuster fantascientifici hollywoodiani che ci aspettano al varco, richiamando l'attenzione e la curiosità del pubblico con trailer mozzafiato e merchandising pittoreschi. Primo in ordine di uscita nelle sale è il nuovo adattamento del romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda. Dopo Vincent Price (L'ultimo uomo della terra) e Charlton Heston (1975: occhi bianchi sul pianeta Terra), il testimone passa a Will Smith che indosserà i panni dello scienziato Robert Neville, unico sopravvissuto inspiegabilmente immune alla terribile epidemia che ha cancellato la specie umana, trasformando i superstiti in mostruosi vampiri, alla disperata ricerca di un antidoto al morbo. Smith ci ha ormai ampiamente dimostrato di essere un bravo attore, vedremo se sarà in grado di sostenere un intero film praticamente da solo, ma le premesse sembrano ottime. Avvolto nel mistero è, invece, Cloverfield, monster movie nato dalla mente diabolica del padre di Lost J.J. Abrams. A supporto della pellicola un abile campagna pubblicitaria che vede proliferare in rete misteriosi siti web giapponesi, enigmi, fake trailer e foto ritoccate ad hoc della Statua della Libertà priva di testa. Ancora visioni apocalittiche dal futuro, stavolta firmate Richard Kelly. Dopo l'anteprima disastrosa di Cannes 2006 e un lungo rimaneggiamento che ha comportato pesanti tagli, Southland Tales sembra aver trovato una distribuzione e presto lo vedremo anche in Italia. Il film racconta la storia di un attore di action movie che ha perso la memoria e viene manipolato da un agente di polizia con strani poteri e da una pornodiva, il tutto ambientato in una Los Angeles devastata da continui attacchi nucleari. A febbraio arriverà nelle sale Jumper, con protagonista Hayden Christensen nei panni di un ragazzo capace di teletrasportarsi istantaneamente da una parte all'altra del mondo a causa di un'anomalia genetica. A dargli la caccia l'agente speciale Samuel L. Jackson, membro della National Security Agency, che ha il compito di catturare e uccidere tutti i jumpers.

Le aspettative della critica e l'attesa febbrile dei fan si concentrano su due pellicole che stanno catalizzando l'attenzione su di sé già mesi prima della release italiana. Sweeney Todd vede un Tim Burton fresco di Leone d'Oro alla carriera cimentarsi nell'adattamento del celebre musical di Stephen Sondheim. Al suo fianco il fido Johnny Depp e la compagna Helena Bonham Carter in un'inedita versione canterina. Il film si è già assicurato le principali nomination ai Golden Globes e chissà che il prossimo anno, dopo un costante disinteresse dell'Academy nei confronti di Burton, non sia la volta buona. A luglio arriverà anche il secondo capitolo targato Christopher Nolan della saga dell'uomo pipistrello. The Dark Knight, girato tra Usa, Inghilterra e Hong Kong con un budget di 200 milioni di dollari, segnerà il ritorno sul grande schermo del Joker. Nonostante le lamentele di un indispettito Jack Nicholson, a incarnare il nemico storico di Batman è stato chiamato il talentuoso Heath Ledger e la sua interpretazione del villain promette meraviglie. L'uomo pipistrello dovrà vedersela, però, col desiderio di riscossa di un omone verde particolarmente arrabbiato. Dopo la poco convincente versione di Ang Lee, torna L'incredibile Hulk che vede Edward Norton nella doppia veste di protagonista e sceneggiatore. L'uscita ravvicinata nelle sale dei due comics movies preannuncia scintille al box office. Se la ride sotto i baffi il terzo incomodo Iron Man, previsto per maggio. A indossare i panni del miliardario Tony Stark, l'affascinante Robert Downey Jr. circondato da un supercast (Terrence Howard, Jeff Bridges e Gwyneth Paltrow nei panni della storica assistente di Stark). Tra tanti supereroi in arrivo, ne vedremo uno del tutto atipico, il depresso e alcolizzato Hancock (ancora Will Smith), che si innamorerà della bella Charlize Theron cacciandosi in un mare di guai. Sul fronte fantasy, dopo Harry Potter, Le cronache di Narnia e Queste oscure materie, si profila all'orizzonte il saccheggio di una nuova saga: stavolta tocca a Le cronache di Spiderwick di Holly Black. L'omonimo film vedrà Freddie Highmore nei panni di due gemelli che, insieme alla sorella maggiore Mallory, trovano un vecchio libro che apre le porte del mondo della magia. Grazie a Alvin Superstar, anche i più piccoli impareranno a conoscere i Chipmunks, gli scoiattoli canterini che negli Usa imperversano fin dagli anni '50. Misto di animazione 3D e live action, il film vede la presenza di Jason Lee, popolare volto della serie My name is Earl, nei panni del padre-manager del trio. Più interessanti si preannunciano la nuova produzione Pixar Wall-E e Persepolis, adattamento dei fumetti autobiografici dell'iraniana Marjane Satrapi.

Il 2008 si configura anche come l'anno dei ritorni eccellenti. A confermarcelo troviamo una schiera di arzilli "vecchietti" pronti a ridare lustro alla propria fama capitanati da Sylvester Stallone. Il suo John Rambo si conferma attualissimo, anzi quasi profetico, vista l'ambientazione nella Birmania della dittatura militare che abbiamo tristemente imparato a conoscere dalle pagine dei quotidiani. Quattro sembra essere anche il numero fortunato di Steven Spielberg che aggiunge un nuovo capitolo alle avventure del suo, oltre che nostro, archeologo preferito. I rumors trapelati dal blindatissimo set grazie a una gola profonda hanno solo stuzzicato il nostro appetito alimentando le curiosità nei confronti di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, ma per vedere Harrison Ford nuovamente bardato di frusta e cappellaccio dovremo attendere maggio. Dopo alcune pellicole di dubbia qualità, torna alla ribalta sir Ridley Scott. Il suo American Gangster, potente affresco che narra l'ascesa e la caduta del primo re della droga di colore Frank Lucas (un eccellente Denzel Washington braccato dal tormentato detective Russell Crowe), sta seriamente ipotecando i prossimi Oscar. Molto apprezzato dalla critica anche il duro e spietato Before the devil knows you're dead dell'anziano Sidney Lumet. E mentre Al Pacino e Robert De Niro tornano a condividere per la terza volta il set in Righteous kill, e Dustin Hoffman occhieggia sornione dal fantastico Mr. Magorium's Wonder Emporium, si profila all'orizzonte l'arrivo di un'altra coppia di arzilli settantenni. The bucket list è l'elenco dei desideri da realizzare che ognuno prima o poi stila. In questo caso a tener fede ai loro propositi saranno i due malati terminali di cancro Jack Nicholson e Morgan Freeman, in fuga dall'ospedale per vivere al meglio i pochi giorni che gli restano. L'altrettanto ardita Meryl Streep, dopo numerosi rifiuti, si cimenterà per la prima volta nel musical interpretando una madre single in Mamma Mia! tratto dalle hits dei mitici Abba. Notizia che non ci sorprende più di tanto visto che la Streep aveva già lasciato intravedere le sue doti canore in Cartoline dall'inferno e Radio America. In arrivo anche un secondo capitolo tratto dalla serie-culto X-Files e il tanto chiacchierato adattamento di Sex and the city, che ha già mobilitato schiere di fans desiderosi di sapere se la loro beniamina Carrie sposerà o no Mr. Big. Tra tanti ritorni, uno dei più graditi è sicuramente quello del maestro George A. Romero che pare aver superato i propri problemi di salute e ci presenta il suo Diary of the dead, nuovo capitolo della saga dei morti viventi sempre più critico nei confronti dell'esaltazione della guerra e del terrorismo mediatico della società occidentale.

Per una fortunata coincidenza di date, il nuovo anno vedrà convergere in una manciata di mesi le nuove uscite di alcuni tra i più interessanti autori del panorama indipendente. Si parla già di capolavoro assoluto per There will be blood di Paul Thomas Anderson, epico affresco sulla corsa al controllo del petrolio nella California dei primi del '900 interpretato da uno straordinario Daniel Day-Lewis. Cinema muscolare, non privo d'ironia, per i fratelli Coen che hanno adattato per il grande schermo il romanzo di Cormac McCarthy No country for old men, mentre un Wes Anderson sempre più vintage ci guida alla scoperta dell'India più colorata e spirituale con Il treno per Darjeeling, road movie che segue il percorso di tre fratelli alle prese con un viaggio spirituale il cui fine è il rafforzamento dei legami familiari. Adattamento letterario da un autore culto (Richard Yates) anche per Sam Mendes che con Revolutionary Road ricompone la coppia Kate Winslet-Leonardo DiCaprio a dieci anni di distanza da Titanic. Il ribelle di Hollywood per eccellenza Sean Penn, col suo Into the wild realizza un'intensa parabola sul bisogno di sentirsi vivi e sull'amore per la natura selvaggia, mentre vertono su complesse dinamiche familiari e scontri fraterni l'originale Margot at the wedding di Noah Baumbach, con un'inedita Nicole Kidman intenta a impedire il matrimonio della sorella, e La famiglia Savage, presentato in anteprima al Torino Film Festival. E' ancora privo di distribuzione l'interessante Chapter 27, che narra l'omicidio di John Lennon dal punto di vista dell'assassino Marc David Chapman, incarnato da un irriconoscibile Jared Leto ingrassato ad hoc per il ruolo. Il taglio ambiguo della vicenda ha spinto la famiglia di Lennon a bloccare l'uscita del film nelle sale, ma pare che i problemi legali siano superati. Leto è attualmente sul set del fantasy sentimentale Mr. Nobody, diretto dal belga Jaco Van Dormael, mentre la sua compagna di set Sarah Polley sta mietendo successi anche nella veste di regista di Away from her - Lontano da lei, dramma sull'Alzheimer interpretato da Julie Christie che vedremo in Italia a febbraio. Di tutt'altro tenore il nuovo lavoro di Michel Gondry, Be kind rewind, scatenata commedia interpretata dal magnetico Jack Black, l'altrettanto folle The Ten, satira religiosa sui dieci comandamenti che vede un nutrito cast (tra cui Winona Ryder e Jessica Alba) alle prese con ogni tipo di peccato o l'anticonvenzionale Juno, trionfatore della festa di Roma, che narra in maniera brillante le disavventure di una sedicenne incinta in cerca della coppia perfetta a cui affidare il proprio bambino.

Anche sul fronte italiano sembra avere la meglio l'adattamento letterario e ad andare per la maggiore sono i romanzi dei giovani autori contemporanei. Nanni Moretti, diretto da Antonello Grimaldi, si cala nei panni del manager in crisi dopo la morte improvvisa della compagna protagonista di Caos Calmo, Paolo Virzì, in Tutta la vita davanti, riproduce l'universo del call center e il mondo del precariato già ottimamente descritti dalla scrittrice sarda Michela Murgia in Il mondo deve sapere, mentre Ferzan Ozpetek traspone il frenetico romanzo Un giorno perfetto di Melania Mazzucco. A gennaio arriva Scusa ma ti chiamo amore, ennesimo adattamento dell'onnipresente Federico Moccia qui anche nelle inedite vesti di regista, mentre Come Dio comanda ripropone la felice accoppiata di Io non ho paura Gabriele Salvatores-Niccolò Ammaniti, ma l'attesa si concentra soprattutto sulla nuova regia di Matteo Garrone che porta sullo schermo Gomorra, adattamento del libro-inchiesta sulla camorra di Roberto Saviano, interpretato da Toni Servillo. L'attore napoletano si calerà anche nei panni di Giulio Andreotti in Divo, scritto e diretto da Paolo Sorrentino, che si concentra sulle vicende politiche italiane che vanno dalla fine del settimo mandato di Andreotti nel 1992 alla vigilia del processo di Palermo. Inversione di rotta per Sergio Rubini che con Colpo d'occhio abbandona momentaneamente la commedia per il thriller psicologico. Affiancato da Riccardo Scamarcio e Vittoria Puccini, Rubini interpreta un critico d'arte coinvolto in un torbido triangolo amoroso che lo porterà in giro per l'Europa. Ancora incerta la data di uscita di due importanti coproduzioni internazionali: Baaria, sentito omaggio di Giuseppe Tornatore alla sua Sicilia, e Birdwatchers, atipico western incentrato sulle vicende della tribù brasiliana dei Kaiowa diretto da Marco Bechis.

Mentre il cinema italiano, per consolidare i buoni risultati ottenuti di recente al botteghino, punta sul sentimento e sulla vicinanza al quotidiano, Hollywood moltiplica gli investimenti su comics, fantasy, supereroi e in generale sull'evasione dalla realtà. Ma al suo interno si conferma una tendenza già preannunciata negli ultimi anni: l'intensificarsi della produzione di film a sfondo politico, legati, in particolare, ai conflitti in Iraq o in Afghanistan che spesso, soprattutto in patria, si rivelano flop economici. Così dopo Nella valle di Elah e Leoni per agnelli, arriveranno anche in Italia Rendition di Gavin Hood sui rapimenti a scopo preventivo dei sospetti terroristi, Grace is gone, che vede un intenso John Cusack nei panni di un padre incapace di confessare alle proprie figlie che la moglie-soldato è morta in Iraq, e l'incisivo Redacted di Brian De Palma, finto documentario costruito ad hoc per denunciare la violenza delle truppe americane stanziate a Baghdad. Promette scintille il ritorno di Julia Roberts, al fianco di Tom Hanks, nella commedia La guerra di Charlie Wilson di Mike Nichols, uno dei titoli di maggior peso in arrivo che, tra luci e ombre, ricostruisce la complessa biografia dell'imprenditore texano capace di farsi eleggere al Congresso e pilotare la Cia in Afghanistan bloccando l'invasione sovietica. Ma il film che scatenerà più polemiche è, senza dubbio, Valkyrie, diretto da Bryan Singer, che vede Tom Cruise nei panni del colonnello nazista che attentò alla vita di Hitler. L'attore spera con questo lavoro di risanare le finanze della United Artists, rilevata lo scorso anno insieme a Paula Wagner, ma per il momento la lavorazione ha visto un numero di incidenti e intoppi pari solo a quelli occorsi al Don Chisciotte di Terry Gilliam. Dovremo attendere settembre per capire se Cruise saprà risultare credibile nei panni di Claus von Stauffenberg. A questa necessità di autoanalisi, al bisogno di comprensione dei meccanismi che stanno alla base della situazione politica attuale, risponde ancora una volta lo sguardo europeo più cinico e consapevole: dopo dieci anni l'austriaco Michael Haneke realizza il remake shot-by-shot del suo Funny Games, in tutto e per tutto identico all'originale tranne che per la scelta di trasferire l'ambientazione della vicenda da Vienna agli Stati Uniti. La giustificazione di Haneke è che la violenza sadica e immotivata del suo film ben si sposa con l'attuale società americana. Se le premesse sono queste nel 2008 ne vedremo delle belle.