1994, la recensione degli episodi 1 e 2: scende in campo Silvio Berlusconi

La recensione di 1994, episodi 1 e 2: la serie in onda su Sky Atlantic, creata da Stefano Accorsi racconta l'ascesa di Silvio Berlusconi.

1994 Ep05 Paolo Pierobon Silvio Berlusconi Antonello Montesi Sky Wildside 2019
1994: Paolo Pierobon nel quinto episodio della stagione

"L'Italia è il paese che amo". Iniziamo da qui, dalle parole che tutti immediatamente riconoscerete, la recensione di 1994, episodi 1 e 2, perché è così, a razzo, che parte la serie tv di Sky Atlantic, terza stagione del racconto iniziato con 1992 e 1993. Sono le parole della famosa discesa in campo di Silvio Berlusconi, dell'annuncio della sua formazione politica Forza Italia e della sua candidatura alle elezioni politiche del 1994, che si riveleranno vittoriose.

Siamo in tutto e per tutto in quello studio che ormai conosciamo a memoria. Solo che qualcosa non quadra. Guardiamo bene, e al posto di Silvio Berlusconi c'è Leo Notte, cioè Stefano Accorsi, diventato ormai il suo braccio destro, l'eminenza grigia dietro alle sue mosse. Ma è un sogno, Leo si sveglia e si trova su un altro set, quello del famoso confronto televisivo tra Berlusconi e Achille Occhetto del 23 marzo 1994. Basta questo a spiegare che cos'è 1994: un viaggio indietro nel tempo, una ricostruzione, non vera ma verosimile, di cosa siano stati quegli anni per l'Italia e di come stiano ancora tra noi; un'opera che mescola ricostruzione storica, sociologia politica e scienza della comunicazione, e noir: tutto scritto e girato in maniera sopraffina. È un prodotto unico nel nostro panorama televisivo. Lo schema narrativo di 1994 (scritta da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, e diretta da Giuseppe Gagliardi e Claudio Noce), inoltre, è diverso dalle altre due stagioni: non c'è più una narrazione in montaggio alternato delle varie storyline, ma ogni puntata è quasi monografica: racconta un personaggio o un importante avvenimento di quell'anno. Per questo, ogni episodio di 1994 è imperdibile, ed è un vero e proprio mini film.

La trama: Leo Notte tra Occhetto e Berlusconi, Veronica Castello tra Melandri e la Mussolini

1994 Ep02 Stefano Accorsi Leonardo Notte Antonello  Montesi  Sky Wildside 2019   2
1994: Stefano Accorsi nel secondo episodio della stagione finale

Primo episodio: siamo negli studi televisivi di Canale 5 la sera del confronto televisivo tra Silvio Berlusconi (Paolo Pierobon) e Achille Occhetto. Leo Notte (Stefano Accorsi) è lì, accanto al suo leader. È lui a mettere la spilletta di Forza Italia sul suo abito, è lui a creare un incidente che fa cambiare il vestito a Occhetto, e a costringerlo a virare sul marrone. Ma, mentre lo scontro televisivo è in atto, Dell'Utri gli fa capire che l'Unità vorrebbe scrivere che dietro all'attentato nel quale è caduto ci sarebbe la Mafia, e l'avrebbe fatto per colpire Berlusconi. Secondo episodio: le elezioni sono vinte, e al centro della storia c'è Veronica Castello (Miriam Leone). Notte vorrebbe coinvolgerla nella compravendita di alcuni parlamentari della Lega. Lei è impegnata nella stesura di una legge contro la violenza sulle donne, accanto a Giovanna Melandri, Stefania Prestigiacomo e Alessandra Mussolini.

1994 Ep02 230818 Am 6011 Punl75K
1994: una scena della seconda puntata

Il miglior Berlusconi della nostra vita

1994 Ep02 300818 Am 58756770
1994: Miriam Leone e Paolo Pierobon nella seconda puntata

La terza stagione della trilogia 1992 - 1993 - 1994 lascia da parte alcuni personaggi (Luca Pastore e Bibi Mainaghi) delle stagioni precedenti e, accanto ai tre personaggi chiave (oltre a Leo e Veronica c'è il leghista Pietro Bosco di Guido Caprino), ne porta in primo piano altri: lo schema non è più personaggi di finzione in primo piano e personaggi reali sullo sfondo, ma alcuni dei personaggi reali arrivano sul proscenio. Silvio Berlusconi, interpretato in maniera straordinaria da Paolo Pierobon diventa così il vero grande protagonista di 1994. Ed è il miglior Berlusconi che abbiamo mai visto sullo schermo. È una figura estremamente realistica, da un lato, una figura alta e tragica, dall'altro: è il Berlusconi che veniva percepito nel 1994, un gigante, un uomo capace di qualunque impresa. Scaltro, affascinante, ironico, il Berlusconi di Pierobon non è comunque un personaggio positivo.

Ma in ogni caso non è il Male, il nemico da battere del film di Moretti né la caricatura, il venditore e tombeur attempato di Sorrentino. Sono state tutte grandi interpretazioni, ma filtrate dalla visione di un autore: Nanni Moretti di Berlusconi analizzava la portata politica, Paolo Sorrentino ne scandagliava il privato. In 1994 invece proviamo a capirne la strategia, il progetto, l'importanza storica, l'epopea: attraverso l'immaginazione degli scrittori proviamo a entrare nel mistero di Berlusconi e della fascinazione in cui è caduta l'Italia. Se Il caimano era fatto per suscitare indignazione, e Loro per suscitare umanità, 1994 è fatto, davvero, per provare a capire. A un certo punto del discorso agli italiani, la mdp allarga ed esce dal campo dello studio del Cavaliere, mostrando come sia un set allestito: è la politica che diventa finzione, la finzione che diventa politica. È la chiave di lettura per gli anni che verranno.

Veronica Castello: la bellezza è potere

1994 Ep02 Miriam Leone Veronica Castello Antonello  Montesi  Sky Wildside 2019   3
1994: Miriam Leone in una foto del secondo episodio della stagione

"When I went to school...". Veronica Castello entra in scena sulle note di Rockstar delle Hole, la canzone su cui Liv Tyler ballava con un sottile vestito svolazzante, mentre Veronica viene inguainata in un tailleur che diventa il suo nuovo look, la sua nuova identità, quella di parlamentare. Se l'episodio 1 di 1994 è, in fondo, ambientato in un mondo per soli uomini, l'episodio 2 è tutto al femminile. E, attenzione, è scritto per parlare non solo di quella stagione della politica, ma anche di quella attuale. Si parla, infatti, di violenza sulle donne, vero nodo scoperto dell'epoca che stiamo vivendo. Al centro c'è una legge contro la violenza sulle donne firmata da alcune parlamentari donne, tra cui c'è Veronica Castello, che si trova a interagire con alcune donne reali di quel periodo, come la Prestigiacomo, la Mussolini, la Melandri e anche Irene Pivetti, allora presidente della Camera (il duetto tra lei e Veronica Castello è da antologia). La legge contro lo stupro è un geniale escamotage per parlare di temi attuali, ma anche per sottolineare il destino di Veronica, un personaggio bellissimo, come l'attrice che la interpreta, Miriam Leone. I capelli rosso fuoco, il sorriso smagliante, la sua Veronica è una donna che ce l'ha fatta, ma dietro quei luminosi occhi verdi c'è un costante velo di tristezza, la consapevolezza dell'impossibilità di fuggire dal suo passato e dal suo destino di donna oggetto. "La bellezza è potere" le dice Leo Notte, e sono parole che anticipano la politica che sarebbe venuta, gli scandali di Ruby e delle Olgettine, le politiche veline come Mara Carfagna e Nicole Minetti. "I've never seen a girl like you before", canta Edwyn Collins, mentre Veronica porta a casa il risultato. E noi non abbiamo mai visto una ragazza come lei in una serie italiana.

Miriam Leone, sexy nella foto per 1994: "Veronica vi sta aspettando"

1994 Ep01 250918 Am 9339
1994: un'immagine del primo episodio della stagione finale

Passato, presente e scienze della comunicazione

1994 Ep02 300818 Am 58757612
1994: Silvio Berlusconi si esibisce nella seconda puntata

In 1994 è ancora più chiaro il gioco che era alla base di 1992 e 1993: parlare di ieri per parlare di oggi, raccontare il passato prossimo per riflettere sul presente, su come i costumi e i caratteri di quegli anni abbiano formato quelli di oggi. Ricostruzione storica, political drama, soap opera e noir, 1994 è anche e soprattutto un esauriente trattato di comunicazione politica e di filosofia della politica. Il racconto del confronto televisivo tra Occhetto e Berlusconi, ricostruito magistralmente, è stato davvero materia di studio: il luccichio dello stemma di Forza Italia sulla giacca del Cavaliere, il total look marrone di Occhetto sono entrati nella storia della nostra comunicazione politica. La grande bellezza (a proposito, Leo Notte che non vuole diventare ministro, ma essere quello che sceglie i ministri, è come Jep Gambardella che non vuole essere invitato alle feste, ma avere il potere di farle fallire) di 1994 è anche questa: darci lezioni di storia, di comunicazione e allo stesso tempo riuscire a emozionarci. A proposito di lezioni, chiudiamo con una massima (immaginaria) del Cavaliere di Pierobon: "Sa come si fa ad avere la coscienza pulita? Basta non usarla. Mai".

1994: Domenico Diele che fine ha fatto?

Conclusioni

Nella recensione di 1994 vi spieghiamo come sia un viaggio indietro nel tempo, una ricostruzione di cosa siano stati quegli anni per l’Italia e di come stiano ancora tra noi: un’opera che mescola ricostruzione storica, sociologia politica e noir: tutto scritto e girato in maniera sopraffina.

Movieplayer.it
4.0/5

Perché ci piace

  • La serie riesce a parlare di ieri per parlare di oggi, raccontare il passato prossimo per riflettere sul presente.
  • Paolo Pierobon è il miglior Berlusconi mai visto sullo schermo.
  • Il racconto del confronto televisivo tra Occhetto e Berlusconi è ricostruito magistralmente.

Cosa non va

  • Rispetto ad altre serie tv italiane è molto più complessa, e potrebbe non piacere a tutti.