Il filo di sabbia: il documentario di Tommaso Valente sul popolo sarawi a Roma il 5 maggio

Domenica 5 maggio alle 17:30 il Teatro Villa Pamphilij ospiterà la proiezione del documentario di Tommaso Valente sul popolo sarawi alla presenza del regista.

Il filo di sabbia: il documentario di Tommaso Valente sul popolo sarawi a Roma il 5 maggio

Domenica 5 maggio alle ore 17:30 il Teatro Villa Pamphilij di Roma ospiterà la proiezione del nuovo documentario diretto da Tommaso Valente, Il filo di sabbia, incentrato sulla solidarietà e cooperazione con il popolo saharawi, da decenni in bilico tra la guerra e il deserto, alla ricerca di un'indipendenza negata.

Al termine della proiezione seguirà un incontro con il regista Tommaso Valente. Modera il dibattito Gianluca Diana, giornalista freelance più volte inviato nei campi Saharawi per conto della Rete Saharawi Italiana e autore del volume sulla storia dell'accoglienza dei piccoli Saharawi in Italia (2022). Sarà presente Salvatore Marra, responsabile Dipartimento Internazionale CGIL Nazionale.

"Per me questo documentario è sempre stato prima di tutto uno strumento di unione, un'opera che possa stimolare le comunità alla riflessione, al dibattito, all'incontro", ha dichiarasto il regista Tommaso Valente. "La distribuzione parallela in sale cinematografiche e in luoghi più informali, come circoli, associazioni, centri culturali, è un valore aggiunto da un punto di vista sociale. Sono felice che il film arrivi alla società e che alcune persone possano incontrarlo per caso, in un luogo diverso dalla sala, ma restarne ugualmente coinvolti e colpiti. Mi sembra in linea con la storia di un film nato in un campo profughi, con metà della troupe composta da rifugiati e che nel tempo, tra crowdfunding e presentazioni nel deserto, ha fatto della condivisione la propria caratteristica principale".

La sinossi

Un filo di sabbia unisce i saharawi al pianeta terra. Su questo filo cammina, in bilico, il futuro di un popolo dal destino sospeso tra la guerra e il deserto, alla ricerca di un'indipendenza negata. Il documentario racconta come, nel deserto dell'Hammada, il più duro al mondo, ogni giorno si lotta per il presente nella speranza di un futuro che non arriva mai. Con gli aiuti esterni della cooperazione, si estrae l'acqua dal deserto per fare degli orti, si fanno delle vere e proprie startup per l'imprenditoria femminile, si sostengono programmi educativi, alimentari, progetti nelle scuole, con i disabili, si organizza l'accoglienza di nuovi profughi in arrivo dai territori di guerra nel Sahara Occidentale ma tutto intorno sembra un pianeta alieno, continuamente alla ricerca di mettersi in contatto con il resto del mondo.